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Il caffè della domenica. Vito Nigro ed il Dynamo Camp…

Salgo i tornanti della montagna pistoiese, a me cara, con l’unico desiderio di conoscere e, soprattutto, ascoltare. Un tempo i giornalisti asserivano che il mestiere fosse fatto di suole delle scarpe consumate, andare e raccontare. Il Dynamo Camp di Limestre a San Marcello è un centro di terapia ricreativa per i ragazzi dai 6 ai 17 anni afflitti da malattie oncologiche ma non solo. Nel verde della montagna e nelle strutture del Camp, attivo dagli inizi degli anni 2000, c’è la possibilità di trascorrere un breve periodo di vacanza a titolo completamente gratuito. Mi accolgono…la bravissima Carlotta ed il direttore Vito Nigro, un giovane milanese arrivato quasi per…caso da queste parti. Mi portano a visitare l’intera struttura che ha il suo blocco centrale in un vecchio edificio della S.m.i. la fabbrica metallurgica italiana di Campotizzoro che, da queste parti, significava lavoro e pane per tante famiglie, producendo un sistema chiuso dove il paese lavorava per la fabbrica e viceversa, con spacci, asili, cinema e villaggio per gli operai. Rimango innanzitutto colpito dalla precisione estrema, dalle siepi tagliate di fresco, a tutto il resto. Un luogo armonioso mentre una pioggerella fine fine inizia a scendere…

Vito, ti chiedo innanzitutto di definirmi il “Dynamo Camp”

“Nasce come centro di terapia ricreativa ed è un metodo importato dagli Stati Uniti e riconosciuto a livello accademico. Si rifà al “serious fun children’s network”, associazione no profit fondata dall’attore Paul Newman nel 1988. Da noi arrivano al Camp bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni di età afflitti da diverse patologie per un breve periodo di vacanza, svago e socializzazione. I criteri di ammissione, diciamo così, sono sia di ordine sanitario che organizzativo in senso stretto. Le “segnalazioni” arrivano cioè sia attraverso i medici di tutta Italia ed anche dai nostri collaboratori.”

Quanti ragazzi arrivano qui da voi ogni anno?

“Oltre 2000 se si considerano anche i familiari. Quando incominciammo nel 2006 ospitammo nelle prime due sessioni 60 ragazzi ed eravamo prevalentemente “stagionali”. Oggi contiamo 100 ragazzi per ogni sessione e passiamo appunto le 2000 presenze annue. Lo scopo resta essenzialmente quello ricreativo e pur cercando una certa omogeneità siamo alla fine sempre noi che ci modelliamo ed adattiamo ai nostri ospiti…”

Ci sono anche i familiari…

“Si, e non sempre dipende dalla gravità della malattia o dalle possibilità motorie del ragazzo. Più precisamente, dal livello di socializzazione di ognuno di loro.”

Quante sono le persone che operano nella struttura?

“Oltre 100 come base fissa e parlo di addetti ai ragazzi, servizi vari e oasi naturalistica. A questi vanno poi conteggiati tanti volontari “stagionali”, in prevalenza nei mesi estivi di maggiore presenza. Con 100 ragazzi tieni conto che abbiamo quasi altrettante persone oltre ai medici e agli infermieri . È una settimana di vacanza ma chi viene qui non può ovviamente rinunciare alle cure e alle terapie, ecco che abbiamo quindi la necessità di seguirlo passo dopo passo nella giornata .”

Sorseggiamo all’interno del bar il nostro caffè: tutto è rigorosamente “green”, ecosostenibile e, sugli scaffali,
fanno bella mostra di se alcuni dei prodotti della nuova azienda agricola…Le foto in bianco e nero alle pareti raccontano le giornate del Dynamo Camp..

A proposito Vito, come si svolgono?

“La giornata tipo più o meno è così: sveglia, colazione ed una serie di attività ricreative e sportive. Arrampicata, tiro con l’arco, piscina ma anche interazione con i cavalli ed i nostri cani. Non propriamente ippoterapia o pet…ma qualcosa di molto gradito dai ragazzi. Dopo il pranzo c’è un piccolo riposo ed una parte pomeridiana e serale più…artistica, diciamo così, con laboratori, teatro, la radio che abbiamo al nostro interno. Poi ovviamente la cena e un piccolo spettacolo. Questa la giornata standard.”

Vito sei qui da 15 anni: vedendo passare tanti e tanti ragazzi con situazioni più o meno gravi, ti chiedo se anche la sofferenza può divenire un’abitudine, o forse no..

“Non ci si abitua mai. Premessa: quando vedi i bambini in questo contesto li osservi in maniera “positiva”, ma sono pur sempre ragazzi malati, a volte seriamente. E, senza girarsi da un altra parte, la differenza la vedi soprattutto se, come nel mio caso, hai fatto esperienze diverse. Si diventa più sensibili perché si va oltre l’immaginario della malattia stessa: vivendola ogni giorno da vicino ci si rende conto cosa voglia dire e cosa questa porti via, soprattutto ai soggetti colpiti. Potrei qui fare decine di esempi, come quella ragazza afflitta dalla leucemia. Con la vicinanza e l’affetto della famiglia era riuscita a superare discretamente il momento della diagnosi. Il brutto arriva dopo quando con la chemio, vedi per esempio andar via i capelli. E, per un adolescente, sono traumi incredibili. E poi la negata socializzazione, pezzi di vita che se ne vanno e che perdi irrimediabilmente. Vedi gli altri con il motorino e te non puoi, il ballo, una festa e sei costretta a stare in casa o in ospedale…”

I soggiorni sono completamente gratuiti. Ed allora tutto passa per l’autofinanziamento…

“Esattamente Leonardo…La raccolta fondi passa attraverso canali diversi e molteplici, immagina i fiumi che confluiscono in un grande lago. Passa dalle aziende e, ovviamente, dalle donazioni in forma privata ed attraverso quelle di chi noi chiamiamo i nostri “ambasciatori”, cioè gli amici che raccolgono almeno 3000 euro in un anno, spesso attraverso l’organizzazione di eventi vari. 3000 euro è il costo settimanale di ciascun ospite, tenuto conto di tutto quanto. Ci sono poi gli aiuti derivati da ciò che un azienda produce, per esempio la “Mukki” interviene con il latte, le mozzarelle, lo stracchino, cioè alimenti fondamentali.”

In una struttura così articolata l’aspetto economico non può essere considerato marginale. Il “Camp” è inevitabilmente cresciuto ogni anno. C’è il rischio di un eccessivo gigantismo a scapito di quei valori importanti che l’hanno determinato?

“Dobbiamo essere molto molto attenti e anche rigorosi e soprattutto restare a fare le cose che sappiamo fare meglio. Ti faccio un esempio attuale: in molti ci chiedono. Ma voi cosa fate per i bambini ucraini colpiti dalla guerra? La nostra risposta è stata: qualcosa faremo di sicuro ma non vogliamo, né possiamo stravolgere il nostro modo di essere o inventarci cose nuove come l’accoglienza in se e per sé. Siamo nati come centro di vacanza ricreativa per alcuni soggetti specifici e per le loro famiglie e vorremmo continuare ad esserlo…”

C’è una interazione con il territorio. Salendo ho trovato un centro sportivo, un asilo nido targati Dynamo…

“Si e vogliamo che il nostro progetto sia esportabile anche a beneficio della gente e di chi opera e risiede nel territorio e non solo. La Rete ci offre un aiuto importante per la nostra opera: per esempio andiamo fuori dal “Camp” non potendo far fronte a tutte le richieste. Ed allora, per chi non riesce a venire qui, siamo noi che andiamo da loro. Le 2000 persone che soggiornano diventano così 9000 in ogni parte del paese. Nord e centro in particolare, al sud c’è ancora una maggiore diffidenza forse…”

Tanti parlano di Dynamo Camp e si adoperano: personaggi dello spettacolo, dello sport, della canzone…

“Volutamente non vogliamo testimonial in senso stretto per non legarci magari a persone ed immagini in maniera totalizzante. C’è comunque e da tempo un rapporto stretto con Radio Deejay e in particolare con Linus e Nicola Savino. Il primo è stato a lungo nel nostro consiglio e abbiamo uno spazio all’interno del loro programma della mattina. Ci è servito molto per farci conoscere.”

L’oasi naturalistica, una cosa recente…

“1000 ettari di terreno e di bosco in collaborazione col WWF ,un’azienda agricola benefit, allevamenti di suini e bovini, prodotti della terra. Ed anche la possibilità per i visitatori di mangiare in un ristorante nei fine settimana …”

Vito, come hai fatto a finire…qua?

“A Milano, la mia città, mi occupavo di molte cose, anche educatore scolastico. Venni qua a fare la “stagione” e rimasi affascinato da questo mondo e da una vita comunque di “servizio” per gli altri. Anche se, a volte, è un impegno bello ma anche faticoso…”

Mi congedo da Vito, direttore di Dynamo Camp e seguo Carlotta in una visita guidata alla struttura: i giardini curati, l’erba sempre rasata di fresco, la mensa con una vista straordinaria e poi gli spazi ricreativi, la piscina, il teatro. Ed una galleria dove insieme ai lavori dei ragazzi confluiscono opere di artisti contemporanei, una mostra sempre in divenire perché alcune cose servono via via per reperire fondi utili alla causa…
La pioggia è cessata ed il cielo si è ripreso l’azzurro. Lontano, ma non troppo, San Marcello e i profili dell’Abetone e del Libro Aperto…così uscendo io mi immagino ragazzi ancora felici, come nei giorni trascorsi qui…con una vita davanti che gli sorrida.

Hanno già preso il caffè con Leonardo:
Gianni De Magistris
Ombretta Piccioli
Dino Zoff
Donatella Alamprese
Enzo Brogi
Anna Bischi Graziani
Giancarlo Brocci
Claudio Onofri
Silvia Chiassai Martini
Filippo Boni
Daniele Bennati
Luisella Sordini
Tito Barbini
Riccardo Magrini

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