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La vita di Falcone e Borsellino chiude la stagione teatrale di Cavriglia

Si chiude il sipario sulla stagione teatrale di Cavriglia e l’amministrazione comunale, in concomitanza con il 30°
anniversario della strage di Capaci, nella quale persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie e tre uomini della scorta, ha deciso di lanciare un forte messaggio di impegno sociale. Sarà infatti messa in scena la pièce “Falcone, Borsellino e le teste di minchia 30 anni dopo” di e con Giulio Cavalli.
Il titolo dell’opera nasce da una frase che Borsellino scrisse a Falcone qualche tempo prima dell’attentato.
La definizione di “teste di minchia” altro non è che, in questo caso, un sinonimo di sognatori, per l’appunto loro due, che provarono a sconfiggere la mafia applicando la legge.
Giulio Cavalli è uno scrittore, un drammaturgo, un attore, un regista teatrale ed un politico: nei suoi testi ha scritto del G8 di Genova, dei segreti di Giulio Andreotti, dell’abominio del turismo sessuale e appunto, anche di mafia e malavita. “Falcone, Borsellino e le teste di minchia 30 anno dopo” è un ricordo di alcuni eroi ed un atto di accusa preciso, che a distanza di trenta anni rinnova la memoria dei magistrati, delle famiglie e delle loro scorte.

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