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Il grido di allarme di Cristiano Benucci. “Il castello di Sammezzano rischia danni irreparabili”

“Nonostante sia una bene vincolato, il Castello di Sammezzano rischia danni irreparabili”. Lo ha detto il consigliere regionale del Partito Democratico Cristiano Benucci, che ha depositato in consiglio regionale una interrogazione per sapere se gli organi preposti alla tutela e alla conservazione della bene hanno messo in atto tutte le azioni previste per salvaguardare il maniero e se Regione ne è a conoscenza.
Benucci ha ricordato che in questi anni il gruppo del Pd ha sempre seguito da vicino la vicenda, presentando altri atti che chiedevano la salvaguardia e valorizzazione del castello.
“Un luogo – ha aggiunto –  che per la sua rilevanza storico-artistica è posto a vincolo e sotto la tutela della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana e delle Province di Prato e Pistoia. Ma risulta evidente il rischio per la conservazione artistica e naturalistica dell’intera tenuta”.
Per Benucci è quindi fondamentale che tutti i soggetti territoriali coinvolti collaborino fattivamente e procedano nella stessa direzione, affinchè la proprietà venga indirizzata a compiere le necessarie opere di ristrutturazione e conservazione di questo patrimonio che, ha ricordato, appartiene ad un’intera comunità e al panorama artistico nazionale.
“La Regione Toscana – ha spiegato Benucci –  ha sempre posto una importante attenzione sulla sorte di Sammezzano, auspicando anche che dopo la sua improrogabile ristrutturazione, tutta l’area del castello, comprensiva del suo meraviglioso ed unico parco, possa comunque essere fruibile da tutto il pubblico, che in questi anni ha dimostrato un grande interesse. Per questo – ha concluso – sono convinto che solo un lavoro di squadra di tutte le istituzioni potrà portare la proprietà ad agire in maniera tempestiva per il suo recupero e ristrutturazione. Lavori inevitabili per evitare il deperimento definitivo dell’immobile che già è notevolmente compromesso. Non possiamo permettere che continui lo stato di silenzio, degrado e abbandono per quello che viene unanimemente definito come il più bell’esempio di arte orientalistica d’Italia, generato dalla mente eclettica e ribelle del Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona”.

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