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Fimer, Uilm Uil: “Il rinnovo del contratto di solidarietà era necessario. La spaccatura ci indebolirà”

“La Uilm ritiene che la proroga del contratto di solidarietà era ed è estremamente necessaria affinché venga mantenuta in piedi la prospettiva della continuità industriale ed occupazionale attraverso il concordato e darsi il tempo necessario affinché possano arrivare una o più offerta vincolante. Offerte che in caso di fallimento non ci sarebbero, se non attraverso un’asta competitiva e dopo una lunga procedura fallimentare”.
Il segretario Davide Materazzi spiega la scelta di firmare l’accordo per il rinnovo dell’ammortizzatore sociale per i lavoratori della Fimer di Terranuova Bracciolini che deve continuare ad essere, afferma, “una realtà importante e di prospettiva industriale, occupazionale, sociale per il Valdarno e per l’intero sistema economico del Paese Italia. Ed per fare ciò la Uilm continua ad agire affinché il concordato preventivo vada in porto, onde evitare drammatici scenari che potrebbero portare alla chiusura dell’azienda e rischiare di conseguenza la perdita di ulteriori centinaia e centinaia di posti di lavoro”.
“Per mantenere in piedi l’obiettivo del concordato – riprende – dobbiamo sottostare alla legge fallimentare. Dunque è un nostro dovere, e fino all’ultima assemblea e richiesta unitaria formulata nell’incontro al Mise anche degli altri sindacati, sottoscrivere quanto prima un ammortizzatore sociale a copertura delle ore di non lavoro onde evitare che l’azienda tenga a casa i lavoratori senza stipendio, e magari per tutto il mese di giugno ma anche per i mesi successivi, visto che anche in caso di concessione del concordato la legge fallimentare e i principi di equilibrio entrate/uscite che lo regolano sono i medesimi”.
“Il Contratto di Solidarietà, seppur peggiorato dalle ultime modifiche apportate nella Legge di bilancio di dicembre – prosegue Materazzi – oltre a garantire una copertura economica per le ore non lavorate, stabilisce che nessun dipendente possa essere messo a casa senza mai lavorare (la legge prevede che tutti devono lavorare almeno un 10% , ma nell’accordo abbiamo ottenuto invece che la percentuale massima di non lavoro sia l’ 80%, di modo da garantire a tutti di lavorare almeno un giorno di media a settimana). Inoltre abbiamo messo un vincolo che, vista la continua uscita di lavoratori, i carichi di lavoro siamo ridistribuiti tra gli altri lavoratori andando a ridurre di fatto le ore di non lavoro e che solo nel caso on cui non vi siano all’interno dell’azienda le competenze necessarie, dopo esame congiunto con la RSU, Fimer possa assumere le persone che servono a portare avanti l’attività ( come, ad esempio, è già successo per l’ufficio del personale)”.
Per la Uilm la sottoscrizione della proroga dunque era la sola scelta possibile per dare copertura economica ai lavoratori; garantire un minimo di rotazione e di lavoro e dunque di stipendio da qui a febbraio 2023; dare il tempo alle offerte vincolanti di arrivare ed essere illustrate al tavolo del Mise; avere uno strumento che oltrepassi il mese di giugno e che evidenzi la continuità industriale ed occupazionale anche nel caso in cui il Tribunale non concedesse il concordato e debba decidere per l’esercizio provvisorio.
E Materazzi conclude: “Tutte le scelte unitarie e di sintesi tra le varie sfaccettature e posizioni autonome di ogni sindacato fatte unitariamente fino ad oggi sono state le migliori possibili, e la non unitarietà nella necessità o meno della sottoscrizione di uno strumento a tutela e salvaguardia del salario dei lavoratori e della tenuta del concordato ci indebolirà sicuramente nel proseguo della vertenza”.

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