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Il rifiuto della politica…

Il rifiuto per la politica e per questa politica si traduce ormai in una forma di disinteresse generale e in un astensionismo al voto senza precedenti.
Non parliamo poi dei referendum che con un affluenza…infima testimoniano quanto sia scarso l’interesse dei cittadini verso uno strumento oramai consunto, propagandistico e spesso svuotato dal suo vero e giusto significato reale.
Ci sono fin troppe cose che oramai stanno disilludendo i cittadini ed una è rappresentata dai continui cambi di casacca che, sotto molti punti di vista, rappresentano un epigrafe tombale conclusiva per questa legislatura tirata avanti come il chewing gum. Partiti e protagonisti insomma sempre meno credibili in una sorta di autoreferenzialità che più che indignare tiene lontano più gente possibile dalle cabine elettorali.
I partiti, che da tempo hanno perso la propria funzione costitutiva e storica, risultano sempre meno credibili: a parole roboanti seguono risultati modesti…o nulli. E poi diciamo la verità: i governi di tutti e le larghe coalizioni, se a volte appaiono indispensabili, a lungo gioco finiscono per stancare…Insomma, i governi di tutti finiscono per diventare i governi di nessuno e questo non aiuta certo gli elettori a credere nella politica e a tornare alle urne. E il calo dei votanti, di questo passo, potrebbe persino portare a rivedere il meccanismo della rappresentanza diretta. Come si esce dal guado? Male e con difficoltà…mancando progetti e soprattutto coraggio. Oggi da noi la conservazione ed il mantenimento dello status quo appaiono fondamentali più di ogni altra cosa. Ed allora l’astensione di massa va davvero considerata alla stregua di una scelta attiva e non più indifferenza. E forse questo lascia pure qualche spiraglio…

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