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“La Regione Toscana ha cessato una cura efficace per i pazienti che hanno patologie reumatologiche”. Chiassai scrive e Bezzini

I pazienti affetti da patologie reumatologiche e le loro famiglie sono seriamente preoccupati per la cessazione di una cura efficace, che veniva somministrata da anni, per volontà della Regione Toscana. L’allarme è stato raccolto dal Sindaco di Montevarchi e Presidente della Provincia di Arezzo, Silvia Chiassai Martini, che ha scritto all’Assessore regionale alla Sanità, Simone Bezzini, per avere chiarimenti in merito:
“Ho ricevuto diverse segnalazioni da parte di cittadini affetti da malattie reumatologiche – afferma Chiassai Martini – allarmati per la decisione della Regione Toscana di cessare la somministrazione di farmaci biologici immunosoppressori, come Simponi, Humira, Embrel e Cimzia, sostituendoli con altri farmaci biosimulatori. Questi pazienti, in cura da anni con gli immunosoppressori, tra l’altro mi risulta a prescrizione medica limitativa e vendibili al pubblico solo su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti, sono molto preoccupati perché, dopo numerose sperimentazioni fallimentari, erano riusciti con questi medicinali ad ottenere un progressivo allungamento dei tempi d’uso, conducendo una vita pressoché normale”.
“Ora – ha aggiunto Chiassai –  avvertono concretamente il rischio di ricominciare da capo o addirittura di tornare indietro, testando altri farmaci. Questi malati devono quotidianamente gestire la sofferenza legata alle loro patologie, non vorrei che a questa condizione si aggiungesse anche il disagio dovuto alla migrazione sanitaria in altre Regioni alla ricerca del farmaco specifico utilizzato da anni quale miglior trattamento di cura e non più disponibile in Toscana. Ho chiesto una riposta chiara all’Assessore regionale – ha concluso il Sindaco – per questi pazienti seriamente impauriti per la loro salute. Credo che la Regione debba almeno  prevedere la possibilità di continuare la terapia con farmaci biologici immunosoppressori per quelle persone che hanno riscontrato esiti positivi, lasciando la somministrazione dei biosimulatori a chi è all’inizio del percorso di cura. La Regione Toscana dovrebbe essere garante della tutela del diritto di cura di tutti i cittadini”.

 

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