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Elezioni politiche. “Al centro, al centro…”

Da quando è venuta a mancare la Dc la ricerca del centro come serbatoio utile di voti è diventata consuetudine della politica italiana. C’è insomma la sensazione (non esatta) che soltanto con il cosiddetto elettorato “moderato” si esca vittoriosi dalle urne. Dopo i continui e vergognosi cambi di casacca al quale abbiamo assistito nel corso dell’ultima legislatura adesso diventa difficile persino tenere anche il conto di tutti coloro che si candidano ad occupare quel luogo dello schieramento. E se in fondo centristi sono nati (almeno quello concediamoglielo) personaggi come Renzi o Calenda, è più difficile pensare ad illuminazioni sulla via di Damasco di altri, se non dettate da mera convenienza politica.
Ma proclamarsi di centro significa poco o nulla, così come definirsi moderati (quali sono i modelli da portare avanti o forse la moderazione stessa si esprime oggi nell’incertezza perenne?). Tanto più che un forte schieramento centrista ha ragione di definirsi solido e distinto solo in presenza di una destra e di una sinistra altrettanto autorevole. La sinistra incerta di adesso non è certo il Moloch comunista del dopoguerra con un partito maggioritario come il Pd infarcito di tante, troppe anime e spesso con posizioni addirittura antitetiche fra di loro nel concepire gli aspetti pratici e…morali della società. Un Pd condannato a cercare alleanze in un campo largo (o delle responsabilità come si usa dire oggi) ma, comunque vada a finire, con rospi non sempre facili da ingoiare per i suoi elettori. Problema non nuovo del resto.
Dall’altra parte del campo una destra moderata in fibrillazione non sempre disposta ad appiattirsi sulle posizioni di Salvini e della Meloni e su un populismo a buon mercato . Tutto questo mi porta oggi a dire perciò come sia del tutto meno scontato del previsto l’esito del voto di settembre, in una campagna elettorale che inizialmente sarà imperniata sul Draghi si è Draghi no ma che poi dovrà inevitabilmente tornare a parlare dei problemi della gente e di un autunno che si preannuncia difficile. Va da sé poi che le ultime questioni governative ed il brusco stop della legislatura abbiano un impatto seppur non decisivo sugli elettori.
E bisognerà vedere anche se molti di loro riprenderanno delusi e forse di più la strada delle urne. Dove potrebbero esserci sorprese.
Chiudo citando il mio amico Enzo Brogi, che oltre ad essere un politico capace, conserva in fondo un animo bello e romantico della politica stessa. Il suo invito al porta a porta, parlare alla gente eccetera eccetera è sicuramente lodevole ed anche condivisibile al di là dell’appartenenza. Ma direi ad Enzo…siamo proprio sicuri che ci sia ancora questa politica, questa militanza e questo spazio? Lasciatemi un ragionevole…dubbio.

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