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Ondata di maltempo. L’amarezza della Cia di Arezzo:”Stiamo ancora stimando i danni ma i raccolti sono a rischio”

Dopo la complicata giornata di ieri in cui anche il valdarno è stato sferzato da raffiche di vento di eccezionale violenza e investita da sventagliate di grandine e da violenti nubifragi, gli agricoltori sono impegnati nella  conta dei danni. “Frutteti ormai pronti per la raccolta, vigne dove è già scattato countdown per la vendemmia, oliveti stressati dalla siccità e dal caldo hanno dovuto sopportare l’aggressione di un’ondata di maltempo di portata straordinaria, evidente spia del cambiamento climatico in atto”, commenta il direttore di Cia Arezzo Massimiliano Dindalini. E aggiunge: “I nostri tecnici sono impegnati su tutto il territorio per la raccolta delle segnalazioni dei problemi registrati alle coltivazioni e agli impianti. La situazione è diversificata di zona in zona. Come ormai accade da tempo, infatti, i fenomeni sono spesso improvvisi e concentrati su aree geograficamente ristrette. Siamo in una  stagione particolarmente delicata per l’agricoltura: adesso basta davvero poco per vanificare gli sforzi di un anno di lavoro”.

Grande l’amarezza degli imprenditori agricoli, che, oltre a doversi confrontare con i rincari delle materie prime e dell’energia e con la difficoltà a reperire manodopera, sono alle prese con le avversità meteorologiche. Un sentimento rappresentato da Serena Stefani, Presidente di Cia Arezzo che chiede alla politica e alle istituzioni un cambio di passo: “Sono sufficienti pochi istanti per azzerare o compromettere il risultato commerciale di un raccolto – commenta Stefani -.  L’agricoltura è ostaggio di bizzarrie meteorologiche e di calamità naturali che si ripetono con allarmante frequenza. Per questo è necessario rivedere completamente il sistema di interventi a sostegno delle aziende agricole. Il problema infatti non si può risolvere solo con le assicurazioni contro le calamità naturali. Sono necessari interventi e liquidità immediata, sospensione delle rate dei mutui e comunque indennizzi per il risarcimento del danno   adeguati e tempestivi: oggi dobbiamo aspettare anche  3-5 anni per ricevere percentuali che vanno dal 2 al 5% del danno stimato. La politica e le istituzioni devono intraprendere azioni al passo con gli scenari che i cambiamenti climatici stanno delineando”.

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