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Elezioni politiche. La caccia al posto, meglio se sicuro…

La caccia al posto, meglio se sicuro.
Inevitabile finisse così dopo la riduzione dei parlamentari a cui però sembra non aver fatto seguito un processo di vero rinnovamento e cambiamento. In vista delle prossime elezioni politiche c’è un ardente desiderio in tutti gli schieramenti da parte di coloro che brigano per entrare nelle liste elettorali, così come appare evidente che ci sia rammarico, per usare un eufemismo, quando non si viene presentati o addirittura “sistemati” in collegi non sicuri .
E così il Risiko di segretari e partiti appare complicato e anche moralmente discutibile di fronte al popolo degli elettori, già di per sé deluso e sfiduciato e non da oggi. La politica come servizio appare decisamente lontana davanti ad eletti decisi a tutto pur di non farsi schiodare dai propri seggi e rissosi se non scelti. Cosa fare al di là delle regole interne dei partiti spesso allegramente scavalcate? Penso ai Cinque Stelle dove un briciolo di coerenza c’è o allo stesso PD che prevede, ma solo sulla carta, che non ci si possa ricandidare dopo tre mandati consecutivi (Fassino e Franceschini hanno rispettivamente 6 e 5 legislature alle spalle).
La prima cosa sarebbe quella di impedire all’eletto di fare le leggi elettorali che invece vengono sistematicamente piegate all’interesse personale. Ci vorrebbe insomma un provvedimento autolesionista che…ovviamente nessuno si sogna di fare.
Ed allora via con questo poco edificante valzer delle candidature in attesa poi magari anche di qualche programma serio senza slogan gridati un giorno si ed un altro pure e promesse poi puntualmente disattese. Sappiamo come funziona in tempo di campagna elettorale: sommessamente vorremmo ridurre la portata delle balle a non più del cinquanta per cento.

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