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San Giovanni: gas alle stelle e sale la preoccupazione anche per la Polynt. Produzioni fuori mercato per i costi esorbitanti. Martedì un vertice con i sindacati

Il caro energia e la corsa inarrestabile del prezzo del metano mette a rischio anche la Polynt, l’azienda chimica che nello stabilimento di via del Pruneto a San Giovanni produce anidride ftalica, resine poliestere e plastificanti e occupa 241 persone. A lanciare l’allarme è stato Rosario Valido, Amministratore delegato del gruppo che ha sede a Scanzorosciate di Bergamo e 38 stabilimenti nel mondo con 3300 dipendenti, 6 di questi in Italia con 1000 addetti. In un comunicato stampa ha annunciato che la proprietà sarà costretta a “chiudere temporaneamente alcuni impianti per i costi del gas enormemente aumentati che hanno portato l’azienda a non poter essere più competitiva contro i prodotti di importazione provenienti da Asia, Turchia o Americhe”, dove il prezzo del gas è rimasto invariato sui 30 dollari al megawattora a fronte dei 300 che si pagano da noi e la conseguenza è stata che alcuni prodotti sono andati fuori mercato.
La notizia è stata accolta con preoccupazione tra i lavoratori dell’industria sangiovannese. Al momento le linee di produzione sono operative, ma presto potrebbe essere attivata la cassa integrazione per una parte delle maestranze e un periodo ancora imprecisato nella durata. Martedì prossimo nella sede principale di Scanzorosciate si terrà una riunione tra le Rsu delle sedi Polynt italiane e la direzione aziendale che illustrerà il piano studiato per fronteggiare la crisi.
Una strada possibile, ha ricordato l’Ad Valido, sarebbe l’utilizzo “di prodotti energetici alternativi quali materie prime diverse dal metano, ma le attuali leggi nazionali, regionali o provinciali, non lo permettono”, mentre altri Paesi si servono del carbone o “di altri fossili iper-inquinanti e poi arrivano da noi con prodotti finiti molto competitivi. E’ chiaro che non vogliamo tornare ai tempi delle polveri nere nelle città – ha proseguito – ma, in attesa di avere energia pulita gratis per tutti, come facciamo ad andare avanti e salvaguardare le nostre imprese? Crediamo che sia necessario ed auspicabile  un dibattito serio e veloce, che riapra immediatamente la possibilità, a condizioni accettabili per l’ambiente e le popolazioni interessate, dell’utilizzo di materie prime alternative al metano, compatibili con l’economicità necessaria a mantenere le nostre produzioni in vita in questa fase transitoria”.
L’Amministratore delegato infine si è rivolto ai rappresentati della politica e delle parti sociali invitandoli a passare dalle “promesse di questo periodo a qualcosa di immediatamente praticabile per salvare il bene comune chiamato “Lavoro”. Non possiamo aspettare che le elezioni designino un nuovo governo e poi aspettare i tempi per la nomina dei ministri e poi aspettare ancora. C’è necessità di agire ora e subito, a livello territoriale intanto, per capire cosa è fattibile localmente in attesa che altrove si risolvano i problemi macroeconomici dell’intero Paese”, ha concluso.

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