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Dopo 30 anni Antonio Tassi lascia il ruolo di arbitro del Gioco del Pozzo: “quella volta che ho espulso mio figlio…”

L’episodio più curioso che ricordo? Ho espulso persino mio figlio Francesco dalla competizione. Penso che questo basti a garanzia della mia imparzialità”. Dopo una carriera trentennale, Antonio Tassi lascia con il sorriso il ruolo di arbitro del Gioco del Pozzo. Una figura istituzionale per la rievocazione storica, una sorta di Pierluigi Collina del torneo tra rioni. Ha partecipato fin dalla prima edizione nel 1985 come giocatore, salvo poi divenire già ad inizio anni‘90 direttore di gara, stabile nel suo ruolo per tre decenni. Quest’anno l’arbitraggio sarà affidato alla Uisp, ma Antonio continua a lavorare dietro le quinte per garantire la riuscita dell’evento.”Siccome facevo l’arbitro di calcio, all’epoca in tanti mi chiesero di ricoprire lo stesso ruolo in occasione del Gioco del Pozzo – spiega Tassi – Dai primi anni‘90, tranne l’anno di stop causa covid, ho arbitrato in tutte le occasioni, una volta anche con una gamba rotta”.

Nelle prime esperienze da giocatore ha vestito la maglia di San Lorenzo. Poi, quando si è trasferito con la famiglia al Giglio, è entrato nei gialli di Santa Maria. Rispetto al passato questa manifestazione sta appassionando le giovani generazioni, con i rioni che si ritrovano durante l’arco dell’anno per allenarsi, ma anche per condividere momenti conviviali. I giocatori sono tutti atleti che praticano le più disparate discipline sportive.”Compito dell’arbitro – prosegue – resta quello di gestire situazioni potenzialmente pericolose e assicurare il regolare svolgimento della partita. Al primo accenno di violenza dobbiamo intervenire senza s é e senza ma. Fondamentale è sapere distinguere le azioni di spettacolo da quelle rischiose”. La contesa è cambiata profondamente nel corso degli anni. All’inizio le partite si disputavano sul porfido, che era molto rischioso in caso di caduta, mentre ora c’ è un terreno di gioco ben delimitato e più sicuro.

Il Pozzo poi, come capita sovente di sentire, non si ispira assolutamente al Calcio storico fiorentino e questo Antonio tiene a sottolinearlo: “Nella competizione fiorentina ormai il gioco non c’ è più, ha lasciato spazio esclusivamente ad uno scontro violento. Il Pozzo è invece una sfida che deve rimanere leale, con le sue regole e la sua capacità di coinvolgere la comunità montevarchina”.

Appuntamento dunque a stasera per la conquista della mezzina, in un torneo che vede confrontarsi gruppi pluripremiati e squadre outsider. San Lorenzo, trionfatore nella passata edizione, è forte delle 16 vittorie portate a casa, mentre San Francesco ha operato nel corso degli anni una rimonta che lo ha portato a 8 contese vinte. Santa Maria è ferma a 2 e Sant’Andrea chiude la classifica con zero titoli conquistati.

Francesco Tozzi

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