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La vittoria annunciata di Fratelli d’Italia

Come ampiamente previsto dai sondaggi Fratelli d Italia ha dominato la tornata elettorale caratterizzata ancora da un marcato astensionismo (un italiano su tre oramai e forse di più non va al seggio). Tiene faticosamente il PD attaccato su tutti i fronti, rialza la testa come previsto il movimento 5 stelle mentre fa fatica a decollare il cosiddetto terzo polo di Renzi e Calenda. In picchiata libera Forza Italia ma soprattutto la Lega il cui modesto risultato può minare addirittura gli equilibri nella coalizione di maggioranza .
E se è vero che la vittoria del centro destra appare netta ed inequivocabile, parlare oggi di un paese intero spostato in quella direzione è inesatto. Il centro sinistra diviso e storicamente dilaniato da mille polemiche se sommato insieme offre un quadro non troppo distante da quello ottenuto dalla maggioranza. Ma tornerei sull’astensionismo, rimandando più tardi a valutazioni più precise anche per quella che potrà essere la nuova compagine governativa. La mobilitazione per il voto utile non ha convinto gli scoraggiati della politica dopo una prima illusione di un ampia partecipazione nelle prime ore della mattina. Insomma, siamo davanti alle elezioni politiche con il dato più basso di affluenza di tutta la storia da nord a sud.
Ma il voto di ieri ha anche molti risvolti, partendo dal fatto che per la prima volta una donna potrebbe salire sullo scranno più alto di Palazzo Chigi. Una vittoria, quella della Meloni, che di fatto riduce a comprimari i possibili alleati di governo e consente a Fratelli d Italia di dare le carte su tutto il tavolo. Sull’altro fronte si registra la continua erosione di voti del PD, anche a livello locale, che si trova ora insidiato a sinistra dal risorto movimento di Conte e, alla sua destra, dal duo Renzi – Calenda uscito così e così dal voto.
Il compito di Letta era tutt’altro che facile attaccato da ogni parte, ma nella campagna del segretario PD ci sono stati errori strategici importanti come l’aver insistito troppo nella prima fase in una agenda Draghi dimenticata poi molto presto, invece di pensare al “dopo”. Chi governa è altresì atteso da un compito non facile in un autunno che si preannuncia “caldissimo” su ogni fronte. Una sfida enorme quella che attende il nuovo governo e l’Italia. Dove vada o dove sia andata c’è lo dirà il tempo.

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