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La Regionale 69 tra San Giovanni e Figline. Curve, contro curve, restringimenti di carreggiata e…incidenti

E’ uno dei tratti più pericolosi del Valdarno, per giunta al confine tra le province di Arezzo e Firenze. L’ennesimo incidente stradale avvenuto venerdì sera sulla Regionale 69, in località Carresi, a metà strada tra i comuni di San Giovanni e Figline Incisa, ha posto ancora una volta all’attenzione la situazione di un’arteria che in passato, purtroppo, ha segnato sangue e lutti. L’ultimo episodio, per fortuna, ha avuto conseguenze meno nefaste. Coinvolte quattro auto e altrettanti i feriti, soccorsi dalla Misericordia di Figline, dalla Croce Azzurra di Reggello e dall’automedica della Gruccia. Sono stati trasportati in codice giallo al Pronto Soccorso. La strada è stata chiusa al traffico per le operazioni di soccorso.
Ma il 31 agosto scorso, sempre in quel tratto, ci scappò il morto. Uno scontro terribile tra una moto ed un’autovettura costò la vita al centauro, un uomo di 52 anni, Gabriele Failli Forzoni, originario di San Giovanni. Il mezzo a due ruote prese addirittura fuoco e una giovane vita stroncata. Il 29 giugno scorso, poi, traffico in tilt per un incidente che coinvolse due autovetture, una delle quali finì in una scarpata. Un ferito lieve, una donna, finita al Santa Maria alla Gruccia. La conformazione di questa strada è particolare. Rettilinei associati a curve e a restringimenti di carreggiata ne fanno una delle arterie più pericolose di tutta la vallata, dove non mancano altri tratti da tenere d’occhio, come ad esempio la provinciale del Botriolo, che collega San Giovanni con Castelfrando di Sopra o la strada di Pian di Rona, al Matassino.
Senza entrare nel dettaglio degli incidenti che si sono verificati, la cui dinamica è stata analizzata da polizia municipale e forze dell’ordine, un altro aspetto da sottolineare è la velocità. Molte auto sfrecciano tra San Giovanni e Figline ben oltre il limite di 50 km/h, nonostante la presenza di autovelox quando, invece, la criticità dell’arteria dovrebbe indurre a maggiore prudenza. I consigli, in questo caso, sono sempre i soliti: evitare di pigiare il piede sull’acceleratore, mantenere sempre la distanza di sicurezza e fare attenzione soprattutto ai restringimenti di carreggiata. Si parlava di strada “della morte” già a partire dagli anni ‘60, eppure tutto sembra rimasto immutato, compreso il percorso con curve e controcurve Quel che è certo è che dissuasori, autovelox ed altre normative, pur importanti, non paiono più in grado di garantire la dovuta sicurezza. Qualcosa potrebbe cambiare quando sarà ultimato, nel tratto degli Urbini, la variante alla Regionale 69 in riva destra dell’Arno. A quel punto parte del traffico potrebbe infatti essere dirottato sulla nuova arteria, che collegherà direttamente il casello A1 Valdarno a Matassino di Figline e successivamente al casello di Incisa. Un progetto in parte già completato, ma non al confine tra le due province.
Tra l’altro, oltre alle conseguenze fisiche per le vittime degli incidenti, bisogna considerare anche un altro aspetto, legato alla circolazione viaria. Quando si verifica uno scontro al Restone, si blocca la 69, con code chilometriche e automobilisti costretti a trovare percorsi alternativi. Un problema nel problema.

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