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Dopo le piogge dei giorni scorsi, arriva “l’Ottobrata”. Sole e temperature oltre la media per tutta la settimana

La settimana che ci siamo appena lasciati alle spalle è stata una delle più piovose dell’anno, ma quella che si è aperta oggi ci regalerà, anche in Valdarno, un’appendice di estate fuori stagione. E’ la classica “ottobrata”, che porterà con se giorni di sole e di caldo, con temperature al di sopra delle medie stagionali. L’alta pressione è destinata a durare tutta la settimana e la colonnina di mercurio, nelle massime, arriverà a sfiorare i 26°. Possibile nebbie al primo mattino. Questo quanto indicano gli esperti del meteo. Ma cosa sono le ottobrate? È un’espressione che chi vive a Roma conosce bene. Nella capitale, infatti, questo è un mese speciale, quasi una seconda estate, con giornate luminose e temperature più che gradevoli. Merito del clima, ancora mite e tiepido, o della luce più tenue e morbida dell’autunno, in questo periodo la città sembra dare il meglio di sé e tutto assume un fascino particolare. Ma ottobre, si sa, porta con sé anche i colori e i profumi del vino: ed è proprio il vino l’altro ingrediente essenziale di quelle che un tempo erano le famose “Ottobrate romane”.
Le Ottobrate, come spiegato sul portale Turismo Roma erano infatti un vero e proprio rito allegro e chiassoso che, secondo molti, riprendeva la tradizione degli antichissimi Baccanali, le festività pagane legate al ciclo delle stagioni e alla celebrazione del dio del vino. Fino ai primi del Novecento, a Roma era infatti abitudine festeggiare la fine della vendemmia lasciandosi andare a qualche piccolo eccesso. Così nel mese di ottobre, la domenica o il giovedì mattina, era normale vedere partire da ogni rione piccole carovane dirette “fuori porta”. Le feste e le escursioni coinvolgevano nobili e popolani e avevano come mete le campagne, i frutteti e i vigneti che un tempo circondavano la città, per esempio i prati dopo Ponte Milvio, le vigne tra Monteverde e Porta San Pancrazio o fuori Porta San Giovanni e Porta Pia. Una delle destinazioni preferite era però Testaccio: lungo le sue pendici nel Seicento erano state ricavate numerose grotte, “celebri catacombe del vino” che fornivano la temperatura ideale per conservare al meglio quello che della festa era il vero protagonista.

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