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Risarcimenti per i familiari delle vittime di crimini nazisti. A Cavriglia si valuta la class action

Un’azione civile comune per ottenere i risarcimenti destinati alle vittime di crimini nazisti. Nel territorio di Cavriglia sono poco più di una trentina i familiari dei 192 civili uccisi negli eccidi del ’44 pronti a intraprendere il cammino giudiziario. Non hanno mai avuto giustizia per uno degli eventi più tragici della seconda guerra mondiale in Valdarno, l’efferata rappresaglia delle unità della Divisione Hermann Göring tra il 4 e l’11 luglio di 78 anni fa a Meleto, Castelnuovo, Massa Sabbioni, San Martino e Le Matole. Nell’arco di una settimana fu pagato un terribile tributo in termini di vite spezzate, uomini tra i 14 e i 95 anni rastrellati nelle loro abitazioni, sterminati a colpi di mitragliatrice e poi bruciati.
Massacri che hanno segnato profondamente la storia e la memoria dell’ex borgo minerario e a conferma che ancora la ferita è aperta per la comunità in molti hanno partecipato alla riunione organizzata mercoledì scorso a Meleto dall’amministrazione comunale, che sta valutando se costituirsi parte civile, e dall’Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri. All’ordine del giorno capire, con la consulenza del pool di avvocati dello studio legale Dalle Luche, se vi sia la possibilità concreta di accedere alle risorse messe a disposizione dal decreto legge dello scorso 30 aprile che prevede un fondo da 55 milioni per risarcire le vittime dei crimini nazisti nella penisola.
Durante l’incontro i legali hanno illustrato l’iter da seguire e il primo passo per coloro che vorranno procedere all’azione collettiva, al momento circa 35 persone, è costituirsi in giudizio contro la Germania entro il 27 ottobre. Una volta messa in moto la “class action” inizierà un percorso che potrebbe portare alla liquidazione dei risarcimenti, anche se i tempi non si annunciano brevi. “Tuttavia ci siamo attivati – ha sottolineato il vicesindaco Filippo Boni -perché se esiste una possibilità ci sembra giusto e doveroso perseguirla. La cautela su un esito positivo quindi è d’obbligo, ma secondo gli avvocati la procedura va avviata visto che il decreto non esclude chi non ha sentenze passate in giudicato”. Per gli eccidi di Cavriglia, infatti, non c’è stata alcuna condanna e per decenni i fascicoli dell’inchiesta sono rimasti nell’oblio dentro il cosiddetto armadio della vergogna insieme ad altre centinaia di faldoni con i documenti sulle stragi avvenute in Italia.

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