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Disturbi da cambio di stagione: cosa sono e come trattarli. La voce dei professionisti della Asl Toscana sud est

L’imminente cambio di stagione comporta per l’organismo una serie di sintomi quali stanchezza, debolezza, ansia, insonnia, irritabilità, sonnolenza, disturbi gastrici e malessere generale. Ma perché accade tutto ciò? Cerchiamolo di capire attraverso i consigli degli esperti della Asl Toscana sud est, la dottoressa Giuliana Galli, Direttore del dipartimento Salute mentale e il dottor Renato Tulino, Direttore del dipartimento Medicina generale dell’Asl Toscana Sud est.
Noti fin dall’Antichità, infatti, i disturbi legati al cambio di stagione sono più che attuali e riguardano una grande fetta della popolazione, dagli adolescenti agli anziani.
In particolare, in autunno con il passare delle giornate, le ore di luce diminuiscono ed è proprio la luce la principale imputata del malessere che può insorge nel passaggio da stagione a stagione, in quanto elemento naturale che influenza l’organismo e ne regola alcune funzionalità, come l’umore.
“Quando la luce del sole è meno intensa, le ore diurne sono ridotte e la temperatura scende – spiega la dottoressa Galli – alcune persone possono avvisare una serie di disturbi tra cui ansia, irrequietezza, disturbi del sonno e dell’alimentazione, senso di tristezza, apatia. Questo accade perché la luce gioca un ruolo importante nella produzione di serotonina che contribuisce alla regolazione dell’umore”.
Come trattare dunque il disturbo affettivo stagionale (SAD)? “Nella maggior parte dei casi che trattiamo nei nostri servizi territoriali, il SAD corrisponde a una riacutizzazione dei sintomi del disturbo depressivo o bipolare, già preesistente, in cui il cambiamento stagionale trova terreno fertile. Per il trattamento – consiglia la Direttrice del dipartimento di Salute mentale – si fa ricorso alla psicoterapia, eventualmente alla prescrizione di farmaci specifici e all’assunzione di vitamina D, in caso di rilevata carenza. A tale proposito, per una diagnosi precoce, è costante la collaborazione tra i servizi territoriali di salute mentale e i medici di medicina generale”.
Ecco allora che il dottor Renato Tulino, direttore del dipartimento di Medicina generale dell’Asl Sud est parla dell’importanza del coordinamento con i dottori di famiglia.
“I medici di medicina generale – spiega il dottor Tulino – sono la prima figura sanitaria a cui solitamente si rivolgono i pazienti al comparire dei disturbi tipici da cambio di stagione. Si tratta di stati infiammatori che interessano principalmente le alte vie aeree e l’apparato gastrointestinale con peggioramento dei sintomi gastrici in coloro che in genere hanno problemi di gastriti, reflusso gastro-esofageo, ulcera gastrica e/o duodenale. Gli assistiti spesso lamentano anche astenia marcata, inappetenza, insonnia, dolori alle articolazioni, mal di testa e oscillazioni considerevoli del peso. I soggetti più interessati sono gli anziani, con difese immunitarie più basse, ma anche nei più giovani, negli ultimi anni, non è infrequente constatare tali sintomi”.
E come si procede dunque? “Solitamente si effettua un controllo generale tramite esami del sangue e una terapia sintomatica. Mi sento però di rassicurare le persone sul fatto che non si tratta di niente di grave, sono disturbi temporanei, di durata dai 7 ai 10 giorni, legati alla minor luce solare e alla variazione di temperatura. Solo nel caso in cui dagli esami risultasse qualcosa di anomalo, il medico provvederà a prescrivere ulteriori accertamenti o indirizzare il paziente dallo specialista”.
I due professionisti consigliano comunque in qualsiasi caso di non ricorrere all’automedicazione con uso improprio di farmaci, ma di rivolgersi sempre al proprio medico di medicina generale che saprà offrire una risposta adeguata ai bisogni di salute, indicando al paziente il percorso più adatto.

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