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Risarcimenti Pnrr per le vittime degli eccidi nazisti del luglio ’44. Nuova riunione a Cavriglia

Risarcimenti per le stragi naziste del luglio ’44 a Cavriglia. Lunedì 7 novembre, alle 17.30, la sala polivalente della scuola di Meleto Valdarno ospiterà un nuovo incontro promosso dall’amministrazione comunale. Alla riunione interverranno i legali che seguono la causa per fare il punto della situazione e consentire ai nuovi ricorrenti di costituirsi attraverso la firma della procura.
“È fondamentale per gli interessati essere presenti – ricordano gli amministratori – per capire i tempi processuali e permettere a coloro che ancora non si sono costituiti, e intendono farlo entro la prossima settimana, di parlare con gli avvocati delle modalità visto che i tempi sono molto ristretti”.
Al momento sono già 100 i familiari delle 192 vittime, uomini tra i 14 e i 90 anni trucidati nel luglio ’44 dalle unità della Divisione Hermann Göring, che insieme al Comune e alla Regione Toscana si sono costituiti parte civile nella “class action” per citare in giudizio la Germania e ottenere il risarcimento dei danni morali e materiali arrecati alla comunità. E’ il primo passo dell’iter giudiziale per accedere alle risorse previste dal Decreto Legge dello scorso 30 aprile che, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha istituito un fondo da 55 milioni di euro per il ristoro dei danni subiti per crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati nella penisola dalle forze del Terzo Reich tra il 1 settembre del 1939 e l’8 maggio 1945.
Un percorso inedito per il territorio cavrigliese che fu il teatro del quarto massacro più efferato del periodo dell’occupazione nazista in Italia. Per quelle stragi infatti non c’è stata alcuna condanna e per decenni i fascicoli dell’inchiesta sono rimasti nell’oblio dentro il cosiddetto armadio della vergogna con altre centinaia di faldoni con i documenti sugli eccidi avvenuti nell’intera penisola. Furono riportati alla luce nel 1994 da Maurice Goran Nash, cittadino onorario di Cavriglia e militare del 13° corpo d’armata alleato, ma non furono mai istruiti processi per la morte dei responsabili.  

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