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L’assemblea degli iscritti del Pd di Rignano attacca duramente i vertici nazionali: “Non abbiamo scaldato gli animi del nostro popolo”

Un documento duro, durissimo, che mette a nudo la difficoltà che ha avuto, in questi anni il Partito Democratico nazionale a proporre temi che potessero scaldare gli animi del popolo di centro sinistra. Con accuse chiare a chi ha guidato il Pd in questa fase. Ricordando che non è il momento di ricercare alleanze strutturali, ma decidere cosa deve essere il nuovo Partito Democratico. Il 24 ottobre scorso si è tenuta l’assemblea degli iscritti del circolo di Rignano sull’Arno, che ha “partorito” un documento “plurale”, perché riporta riflessioni di molti militanti. “Abbiamo provato a rendere questa pluralità di voci con l’utilizzo di font diversi – ha detto il segretario Francesco Martini –  Allo stesso tempo è un documento il cui filo conduttore è evidente: la nostra analisi sulle azioni del passato recente, le nostre speranze per il futuro del Partito in cui crediamo. Lo rendiamo disponibile, alla base e ai dirigenti, perché crediamo che le nostre voci siano importanti, e che anche n circolo piccolo come il nostro possa fare la differenza”.
“L’esito elettorale del 25 Settembre è il risultato dell’ultima legislatura – ha spiegato il Pd di Rignano – Una  legislatura fatta di governi con forze a noi spesso molto distanti, in cui il Partito Democratico non è riuscito a esprimere la sua identità politica con chiarezza: per ricordare una conquista di sinistra occorre andare molto indietro nel tempo. Qualcuno ha paragonato di recente il Pd a un idraulico, per il suo ruolo di “aggiustatore” nei momenti di difficoltà: troppo spesso, tuttavia, abbiamo dato l’impressione di essere un idraulico che si mette a disposizione, ma non è in grado di riparare le molte falle: un po’ per essersi ritrovato solo in questo ruolo, un po’ perché i problemi sono stati troppi, un po’ per incapacità.
Negli ultimi cinque anni – ha aggiunto l’assemblea degli iscritti – ci sono stati partiti che hanno fatto opposizione (FDI) e partiti che hanno portato a casa dei risultati che facevano parte della loro visione (M5S, Lega); noi non abbiamo fatto né l’una né l’altra cosa, non abbiamo proposto alcun tema che potesse scaldare gli animi del nostro popolo: le poche volte che ci abbiamo provato siamo stati bocciati dal Parlamento. Abbiamo scelto i bonus rispetto agli investimenti, abbiamo scelto di non toccare il Reddito di Cittadinanza, abbiamo scelto di non trovare misure che potessero aiutare concretamente le famiglie, in un momento in cui i costi di qualsiasi cosa si sono alzati. La stessa legge elettorale di cui ci siamo lamentati per gli ultimi mesi, non siamo riusciti a cambiarla in tre anni di governo. Gli italiani – ha proseguito il Pd rignanese – hanno scelto che le forze che più a lungo
hanno governato in questi anni, noi compresi, andassero all’opposizione: dovrà essere quello il nostro posto, e dovremo approfittare di questa legislatura per ricordarci che un partito non è un idraulico. Non è il tempo delle alleanze strutturali, che, per citare Giuditta Pini, “si fanno il giorno prima e non il giorno dopo”: ora è il tempo di dedicarsi al Partito Democratico”. Non è mancata una critica alla campagna elettorale, che per gli iscritti di Rignano, doveva essere condotta meglio.
E’ stato sottolineato come la grave astensione abbia drenato voti che erano del Pd e anche in un territorio come il Valdarno questo fenomeno ha ridotto il divario con il centrodestra, che si assottiglia sempre di più. Nell’elencare gli errori, per il Partito Democratico di Rignano i più gravi sono quelli legati alle motivazioni con le quali è stato chiesto agli elettori di votare per Letta&C.  “Non vogliamo un partito che proponga l’utilità come criterio di scelta del voto, né un partito che preferisca dire perché non scegliere gli altri al perché scegliere noi – hanno detto gli iscritti –  Vogliamo quindi un Partito che scelga candidati espressione del territorio, anziché espressione di un accordo elettorale o riciclo di una carica dismessa. E vogliamo anche che questa scelta non sia una spartizione correntizia, ma che sia in mano alla base: il poco tempo con cui sono state preparate le elezioni e la riduzione dei parlamentari – che il Pd ha votato, tra l’altro – non possono essere alibi per sottrarsi a quello che un partito a vocazione maggioritaria deve sentire come un dovere”. Ma adesso è il momento di guardare al domani e l’assemblea ha ricordato che adesso si apre una pagina importante. E dal circolo di Rignano sono arrivate alcune proposte da portare in sede congressuale.  Il primo aspetto è legato agli iscritto (“sono il cuore pulsante, il valore più prezioso, l’asset più importante del Partito Democratico”). Il Pd locale ha quindi chiesto quale potere intende dare il prossimo segretario in mano ai tesserati. “Vogliamo poi essere guidati da chi dedica il proprio tempo a stare tra la gente. Tra i più deboli: tra gli operai, ma anche tra i precari, i bottegai, i piccoli imprenditori, gli studenti – ha aggiunto l’assemblea rignanese – E nei luoghi delle nostre comunità: le piazze, le case del popolo, e anche le sezioni di partito come la nostra. Allo stesso tempo il Pd deve tornare a essere in grado di parlare alle masse: per farlo occorrono non solo segretari ed esponenti dotati di leadership e carisma, ma anche una riforma significativa degli strumenti di cui disponiamo. La nostra comunicazione, sia fisica che digitale, deve necessariamente essere all’avanguardia:
vogliamo un partito la cui capacità di parlare alle persone possa essere motivo di vanto, che si doti dei mezzi più moderni a disposizione, e che abbracci i cambiamenti anziché guardarli con diffidenza”. C’è poi il tema della gestione dei ruoli e delle responsabilità. Per gli iscritti di Rignano chi ricopre incarichi interni sia di carattere politico sia di carattere operativo ha bisogno di dedicarsi a questi aspetti  con tutto il tempo e le energie di cui dispone. “Per questo occorre che il partito smetta di concentrare più responsabilità nelle mani della stessa persona, e guardi invece alla grande rete di attivisti di cui dispone – si legge nel documento – andando magari proprio a pescare tra le giovani generazioni, che producono elementi di grande valore e sono pronte a dare il loro contributo per il nostro partito. Il nostro futuro. Crediamo nella politica fatta con il coraggio anziché orientata alla salvaguardia dello status quo, perché il coraggio, a volte, paga. Crediamo anche in un partito che scelga di essere la voce di tutti, anziché esternalizzare e delegare a larghe coalizioni la parte di elettorato che non riesce a intercettare. Crediamo poi in un partito libero dalle zavorre di chi lo vorrebbe ancorare a scelte conservative e di chi rimane aggrappato alle proprie rendite di posizione. Un popolo che attraversa una fase storica di difficoltà – ha continuato il Pd di Rignano – non ha bisogno di un partito triste, ma di un partito che incarni sentimenti positivi e la speranza che, in altri momenti storici, la sinistra è stata in grado di trasmettergli. Per citare Francesco Piccolo “La sinistra, per tornare a vincere, ha bisogno di regalarsi un po’ di leggerezza e di idee grandi”. Per gli iscritti di Rignano il nuovo Partito Democratico dovrà essere dinamico e dovrà abbracciare il ricambio anziché osteggiarlo: un ricambio sistematico, ciclico, e non una serie di strappi causati da rotture e pressioni interne.
“Come rispondiamo a chi esibisce con orgoglio il limite dei due mandati? Come possiamo pensare di essere credibili quando scegliamo di candidare tra le nostre fila chi, a causa di questo limite, viene escluso dal parlamento? – ha continuato l’assemblea –  Infine, lo stesso popolo che chiede risposte non ha bisogno di un partito che si perda in chiacchiere, ma di un partito presente e attivo. Non è questo il tempo dei troppi discorsi: per questo non faremo mancare, come circolo piccolo (ma non abbastanza per non poter fare la differenza), il nostro impegno. Vogliamo essere presenti per quelle generazioni e quelle categorie dalle quali non abbiamo saputo farci ascoltare nell’ultima campagna elettorale. Vogliamo andare nelle scuole, lavorare con gli attivisti del movimento Fridays for Future, parlare con i lavoratori. Vogliamo proporre dibattiti sui temi della sinistra, temi che facevano parte del nostro programma ma sui quali non ci siamo dotati della credibilità necessaria: guerra, clima, immigrazione, sono tutte tematiche su cui la gente percepisce la politica come bloccata, congestionata. E vogliamo – ha concluso il Pd di Rignano – vogliamo farci carico di presidiarlo, il nostro territorio, stando tra i più deboli, perché essere di sinistra significa occuparsi oltre che di sé stessi anche di chi a sé stesso non può pensare”.

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