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Alessandra Maoloni. La sua battaglia contro il cancro. Il suo apporto al Calcit Valdarno

Il tumore, lei, lo ha affrontato a viso aperto ed è stata una battaglia dura. Alessandra Maoloni, giovane donna montevarchina è una delle donatrici del Calcit Valdarno, molto vicina ad una associazione che le è stata accanto nei momenti più duri. E lei ha voluto raccontare pubblicamente la sua esperienza, all’organo ufficiale del Calcit, ora che sono passati dodici anni da quella diagnosi. “Se ci penso – ha detto – mi sembra ancora un brutto sogno: visite, ecografie, intervento, chemio, stanchezza, nausea, dolori alle ossa, lacrime, paure, speranze, preghiere. Un vortice di emozioni. Ma se ora sono qui, più forte di prima, è perché sono passata da tutto questo. Ho affrontato le mie paure e ho capito che dentro di me c’era una guerriera che voleva solo lottare per vivere, raccontare e aiutare chiunque incroci la mia strada e abbia bisogno di conforto, di un abbraccio. Le cicatrici sono tante, fuori ma soprattutto dentro. Col tempo però si impara a conviverci, perché la vita è bella anche con le giornate nere”. Ha avuto un cancro al seno ed è passata tra operazioni, quadrectomia, mastectomia e ricostruzioni, chemioterapia e visite. Una battaglia che ha affrontato con l’appoggio dei familiari, del Calcit, dei tanti amici e, ovviamente del marito.
“C’è stato sempre, in tutto il mio percorso. Non mi ha mollata un secondo. Lui, la mia ancora di salvezza”. “Oggi – ha detto Alessandra – mi sento una persona che ha ritrovato fiducia in se stessa. Per certi versi, sono grata alla malattia perché mi ha dato una seconda opportunità di vita. Un’altra vita più piena, più vera, più semplice, più mia. Lungo la strada ho conosciuto persone splendide e ho perso qualcuno che diceva di volermi bene. Il cancro mi ha tolto e mi ha dato. Ma la cosa più importante è che da un incontro così mi è scaturita tanta forza interiore. La forza di rimettermi in gioco e di non mollare mai”.
Alessandra è una delle tante donatrici del Calcit Valdarno. I numeri, spesso, contano più delle parole. Circa 250.000 euro investiti per la sanità valdarnese, nello specifico per i malati oncologici e 90.000 per fronteggiare la pandemia. Nell’ultimo anno e mezzo l’associazione presieduta da Piero Secciani, grazie a risorse proprie e a donazioni, che in alcuni casi hanno visto anche il contributo dei Comuni e della Asl, ha “donato” al territorio circa 340.000 euro, serviti ad acquistare macchinari e dispositivi di sicurezza. Quando è scoppiato il Covid il comitato, con una apposita delibera, ha destinato 30.000 euro di risorse proprie all’acquisto di mascherine e caschi. Poi, in collaborazione con tutti i comuni della vallata, ha lanciato una raccolta fondi dalla quale sono arrivati altri 60.000 euro, serviti per altri dispositivi di sicurezza. Tra gli altri investimenti più importanti legati all’oncologia, un dosimetro per la radioterapia e per il trattamento encefalico, costato ben 120.000 euro. 60.000 euro, invece, sono stati spesi per una macchina tecnologicamente all’avanguardia che consente di effettuare esami radiologici a casa dei pazienti più fragili, impossibilitati a recarsi in ospedale. S “Ci tengo a ringraziare tutti i donatori ma anche le istituzioni, in particolare i nostri comuni, che non ci hanno mai lasciati soli”, ha detto il presidente Secciani, che ha poi lanciato un appello. “Chiediamo di tornare agli screening ordinati e a non rimandare gli interventi chirurgici. Perché in questo anno e mezzo i tumori non sono regrediti”.

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