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Multiutility. La lista civica Castelfranco Piandiscò: ” I sindaci saranno espropriati dalla possibilità di erogare servizi efficienti a costi ragionevoli”

Il tema della Multiutility al centro di un intervento, ieri, in consiglio comunale a Castelfranco Piandiscò, da parte della lista civica, che ha fortemente criticato il progetto, paventando il rischio che i sindaci siano espropriati dalla possibilità di garantire servizi pubblici efficienti ed a costi ragionevoli. “Questo – hanno spiegato – perchè il codice civile esclude gli azionisti dall’esercizio dei poteri di gestione ed amministrazione delle società”. I civici hanno sottolineato che saranno i manager del consiglio di amministrazione a gestire servizi socialmente fondamentali e beni collettivi non riproducibili e limitati, come l’acqua, i rifiuti, e l’energia.
“I più danneggiati saranno i Comuni medi e piccoli, che all’interno di questa holding finanziaria non avranno alcun potere, non potendo neppure accedere agli atti del Consiglio di Amministrazione – ha detto la minoranza –  I Sindaci di questi Comuni non potranno avere un ruolo attivo e significativo nella governance aziendale e nelle decisioni strategiche della Multiutility”. La lista civica ha poi preso in esame il rapporto di cambio tra le società incorporate, che, a loro dire, non è basato sullo stato patrimoniale delle aziende, ma sulla futura e teorica capacità di produrre utili e risorse finanziarie da parte della Multiutility.
“Ecco perché riteniamo importante una corretta analisi utilizzando i valori del patrimonio netto, vale a dire il valore contabile delle singole società, che rappresenta il valore reale della società – hanno continuato – Quando si tratta di accorpare società pubbliche è sempre preferibile utilizzare i valori ante-fusione. Ed ammesso e non concesso che sia utile l’accorpamento, è sempre opportuna una valutazione equa che non avvantaggi nessuno.  Non dovrebbero esserci, tra enti figli della stessa madre, cioè lo Stato, interessi particolari”.
“Sembra proprio il caso del nostro Comune – hanno aggiunto i consiglieri di opposizione – dove il patrimonio netto dopo il post- conferimento potrebbe subire una perdita di circa 240.000,00 Euro, con un possibile danno patrimoniale. Ancora più grave nel nostro Comune è la riflessione da fare sulla parte che riguarda la proprietà della rete. Rete di proprietà comunale perché realizzata nel 1985 con i fondi di mutui che l’amministrazione comunale contrasse per eseguire tutte le opere di metanizzazione, e relativi ripristini, peraltro potenziate per poter favorire una prosecuzione nei territori vicini di Piandisco’ e Reggello. Si pensi che l’allacciamento sul metanodotto principale e la relativa cabina di decompressione furono commissionati e pagati a Snam dal comune di Castelfranco di Sopra. Quell’allaccio – hanno detto i civici – distribuisce gas metano fino a Leccio. La rete di Castelfranco è di proprietà comunale, mentre le reti di Piandisco’ e Faella furono realizzate al tempo dalla Fiorentinagas. Il comune di Castelfranco di Sopra, affidando il servizio di distribuzione alla società Fiorentinagas, firmò una convenzione trentennale che prevedeva un corrispettivo in affitto per i punti gas civili e industriali di Castelfranco inteso come intero territorio comunale ed una commissione di “vettoriamento” a mc per il trasporto di gas oltre il territorio comunale, parametrato alla quantità di gas erogato dalla rete in media pressione. Questi importi sono stati incassati ogni anno per 30 anni e tutt’ora, nel bilancio di questo comune, figurano entrate relative a questa voce. Non sappiamo se l’attuale amministrazione abbia chiaro o stia monitorando questa entrata, dal momento che ci sono sconosciuti i parametri di conferimento alla Multiutility. In ogni caso – hanno aggiunto – un conferimento di questa importanza non può prescindere da una verifica sulla convenienza anche economica e sulla redditività che verrebbe meno al comune. Si tratta di circa 100.000 euro all’anno se non superiore”.
“La Multiutility – ha concluso la lista civica – ha come scopo prevalente la crescita degli utili: investimenti, costi, tariffe e impiantistica, elementi che saranno sottratti al controllo delle comunità e delle amministrazioni che quelle comunità dovrebbero rappresentare e tutelare. L’impossibilità di intervento da parte dei soci pubblici è dimostrata da quanto accaduto nelle ultime settimane con la tassa sugli extra-profitti”.

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