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Da domani scatta il piano per ridurre i consumi energetici nei supermercati di Unicoop Firenze

Da domani, 1° dicembre, al via un piano per ridurre i consumi energetici dei supermercati della cooperativa: l’iniziativa è stata presentata questa mattina presso la sede di Unicoop Firenze alla presenza di Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente, Claudio Vanni, responsabile relazioni esterne Unicoop Firenze e Giovanni Petrelli, responsabile ambiente ed energia Unicoop Firenze.
Il piano, che al momento non prevede un termine di data, mette in campo una serie di misure per un utilizzo ottimizzato dell’energia che permetterà un risparmio energetico annuo di 7 milioni di KWh, pari al 5% del consumo della cooperativa.
Azioni e comportamenti virtuosi messi a punto non solo per contrastare il carobollette ma anche per allineare i consumi alle direttive del MITE (Ministero della Transizione Ecologica) relativamente alla riduzione dei consumi di metano e, più in generale, per ridurre l’impatto ambientale dei consumi.

Queste le misure del piano che riguarda gli spazi interni ed esterni di tutti i Coop.fi e va ad impattare sia sui consumi di luce che di gas:

– Nel periodo natalizio non verranno installati arredi luminosi;
– Le insegne luminose esterne verranno spente poche ore dopo l’orario di chiusura delle attività commerciali;
– Durante l’orario di apertura, all’interno del punto vendita, verrà ridotta la temperatura ambientale e l’intensità dell’illuminazione, nel rispetto dei requisiti di sicurezza, di comfort visivo e di temperature per i lavoratori, soci e clienti;
– Negli orari di chiusura verrà sensibilmente ridotta l’illuminazione interna ed esterna delle strutture commerciali;
– Alle azioni per la riduzione dei consumi, si accompagneranno azioni di sensibilizzazione sui lavoratori dei punti vendita sulle buone pratiche da seguire per ridurre, con piccole azioni quotidiane, l’impatto ambientale. Tra queste, l’utilizzo efficiente di celle e banchi frigoriferi, limitando le aperture allo stretto indispensabile e sensibilizzando anche la clientela a tal fine; l’utilizzo efficiente dei dispositivi per la cottura dei cibi e degli elettrodomestici in dotazione all’attività commerciale; la gestione attenta delle porte per ridurre al massimo la dispersione termica.

Le misure predisposte a partire da domani sono in continuità con quanto la cooperativa ha fatto negli ultimi anni per contenere i consumi e ridurne l’impatto ambientale. Fra le azioni più significative, l’introduzione dell’illuminazione a LED che è presente da anni nella quasi totalità dei Coop.fi. Relativamente alla tecnologia dei banchi frigo dei nuovi negozi e di quelli ristrutturati, Unicoop Firenze ha optato per una scelta responsabile dal punto di vista energetico, ambientale e di sicurezza con impianti a CO2. Con questa scelta, la cooperativa ha anticipato gli obblighi di legge sull’eliminazione dei gas refrigeranti HFC (idrofluorocarburi) che dovranno, in base all’attuale normativa Europea, essere dismessi a breve. Grazie ad un sistema di sonde di temperatura e umidità poste all’interno dell’area di vendita, i supermercati Coop.fi sono serviti da un impianto di condizionamento capace di assicurare il corretto comfort estivo ed invernale, oltre alla giusta quantità di ricambio dell’aria in ambiente, garantita da una sonda in grado di monitorare costantemente la CO2 presente nell’aria, e aumentare, quando necessario, l’apporto di aria esterna. Inoltre i punti vendita sono dotati di sistemi di gestione “intelligenti” basati sul principio dell’autoregolazione, in grado quindi di agire rapidamente sui parametri impostati in modo da ridurre i consumi secondo le necessità effettive dell’ambiente. Infine, Unicoop Firenze è impegnata da molti anni in investimenti su impianti di nuova generazione per il raffreddamento e per la produzione di energia rinnovabile: nello specifico, la cooperativa ha realizzato impianti fotovoltaici, già a partire dal 2007, per una potenza di circa 10 MW di picco. Tali impianti consentono una produzione annua di energia di circa 12.000.000 KWh che soddisfano il 9% del fabbisogno energetico totale di Unicoop Firenze. Attualmente la cooperativa sta lavorando per realizzare nuovi impianti così da incrementare significativamente la produzione di energia da fonti rinnovabili ed essere in linea con gli obiettivi previsti dalla comunità europea.

La corsa inarrestabile dei prezzi delle materie prime energetiche e un’inflazione in crescita – in gran parte determinata proprio dalle tensioni sulle materie prime causate dalla guerra in Ucraina – si sta abbattendo sui bilanci delle imprese del terziario e della distribuzione tradizionale e moderna con un aumento delle bollette che, di giorno in giorno, diventa sempre più insostenibile. I numeri sono quelli di una vera e propria emergenza: secondo una recente stima dell’Ufficio Studi di Confcommercio, da qui ai primi sei mesi del 2023, sono a rischio circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro. Tra i settori più esposti ai rincari energetici, il commercio al dettaglio, in particolare la distribuzione tradizionale e moderna del settore alimentare, la ristorazione, la filiera turistica, i trasporti che, a seconda dei casi, registrano rincari delle bollette fino a tre volte nell’ultimo anno e fino a cinque volte rispetto al 2019, prima della pandemia. Complessivamente, la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 mld €, il triplo rispetto al 2021 (11 mld) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 mld). La Distribuzione Moderna, pur non rientrando nella classificazione dei settori “energivori”, ha consumi per oltre 12,2 TWh, su cui impattano principalmente i consumi degli impianti frigo alimentari. Le aziende della distribuzione stanno registrando incrementi del costo delle bollette mai registrati prima: siamo su una media tra il +200%/+300% con punte anche più alte in certi casi. Oggi l’incidenza del costo dell’energia sul conto economico delle imprese del settore sta subendo un incremento significativo, passando dall’1-1,5% del 2021 al 3-4%, con punte fino al 6%. Con utili medi che il settore registra tra 0,5/1,5% è evidente che molte imprese sono fortemente a rischio di tenuta dei conti economici.

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