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Lo scrittore valdarnese Filippo Boni incontra a Parigi gli studenti francesi per raccontare i suoi libri. Quel filo che lega la capitale al sequestro Moro

Lo scrittore valdarnese Filippo Boni è stato in questi giorni a Parigi per incontrare gli studenti di alcuni licei francesi e raccontare loro le storie che ha riportato nei suoi libri, in particolare quello sugli anni del terrorismo. Così, i ragazzi, hanno ascoltato dalla viva voce di Boni i ritratti degli uomini della scorta di Aldo Moro trucidati dalle Brigate Rosse, protagonisti del volume “Gli Eroi di via Fani”.
“Ho raccontato tanti giovani francesi inconsapevoli cosa accadde in quel tempo, la piccola grande storia di alcune di quelle vittime – ha spiegato lo scrittore – I loro sogni infranti, le loro umili aspirazioni, le loro aspettative spezzate all’improvviso, in un giorno, per una strada italiana, durante un periodo storico alquanto controverso. Vedere questi ragazzi ancora minorenni emozionarsi per persone cadute lontano da loro, in un altro paese, molti anni prima che loro stessi nascessero, l’ho vissuta come una piccolissima forma di risarcimento etico nei confronti di quelle vittime e dei loro familiari. Una forma di giustizia alternativa e riparativa nei loro riguardi che solo la coltivazione della memoria ha il potere di fare”.


Boni ha poi voluto raffigurare un portone grigio situato in Quai de la Torunelle, nella capitale, tra la Sorbona e le sponde della Senna, nel cuore del centro storico della Ville Lumiere. “Durante gli anni di piombo, in particolare durante il sequestro Moro – ha ricordato – era l’ingresso della sede di Hyperion, una scuola di lingue internazionale. Secondo alcuni studiosi, in quella scuola si sarebbe celata una copertura per operazioni di terrorismo e di servizi segreti Eta, Br, Ira, Olp, con il fine anche di mantenere rapporti con KGB, Cia e Mossad. Gli stessi studiosi sostengono che questo luogo fosse la sede di una delle regie occulte (se non la regia) dell’affaire Moro. Non sappiamo se questa sia solo una ricostruzione fantasiosa oppure parte di una verità ancora, dopo 44 anni, da chiarire”. Filippo Boni, nel salutare gli studenti francesi, ha parlato di “emozione molto potente” e ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno collaborato a questo progetto: Longanesi e l’Istituto di cultura italiana di Parigi, nella cui biblioteca “Italo Calvino” ora si conservano e si custodiscono anche i suoi libri.

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