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Un fiume di affetto per Maurizio Benedetti. “Babbo Natale” si ferma momentaneamente per motivi di salute

Ha incontrato nel suo percorso migliaia di bambini. Lui, Maurizio Benedetti da Piandiscò, è uno dei pochi “Babbi Natale” con la barba vera e in quasi dieci anni di attività ha allietato i pomeriggi e le serate di tanti piccoli. Nato a Piandiscò, si è poi trasferito per un periodo della sua vita a Firenze, ma poi nel nuovo millennio ha fatto ritorno in Valdarno. Dopo aver maturato la pensione, ha deciso di trasformarsi nel vecchio con la barba che dispensa regali nel periodo natalizio. E’ orgoglioso del ruolo che gli hanno affidato i bambini e le famiglie, e in questo mese di dicembre sta facendo gli straordinari, con due o tre apparizioni al giorno in molte zone della Toscana, soprattutto in Valdarno, dove è gettonatissimo. “Più che un’attività è una gioia – ha detto Benedetti – , anche perché negli ultimi anni ho riscontrato un numero sempre maggiore di bambini che si avvicinano a Santa Claus. Quest’anno ha stampato ben 3.500 letterine che stanno andando a ruba”. E’ cambiato però il modo di rapportarsi con l’omone con la barba. “ Le prime letterine che ricevevo erano proprio appetitose. I bimbi ti raccontavano tutto. Oggi sono molto più schematiche. Ti chiedono il regalo e poco altro”. La barba è un suo marchio di fabbrica. “Una volta avevo i baffi – ha ricordato Benedetti -. Quando nel 1977 nacque il mio secondo figlio mi feci crescere la barba. E fu così fino al 2001. Poi, quando da Firenze rientrai a Piandisco decisi di farla rispuntare di nuovo. Nel 2007, di fronte alla mia casa abitava un bambino di nome Alessandro. Il piccolo, vedendomi con la barba lunga, iniziò a chiamarmi Babbo Natale. Decisi quindi di farmi fare il vestito e da allora è iniziata la mia avventura, che prosegue tuttora, con enormi soddisfazioni”. Benedetti lavorerà senza sosta fino alla sera del 25 dicembre, quando avrà l’ultimo appuntamento a Montevarchi. Un giro nelle scuole, due, tre appuntamenti al giorno di quattro ore ciascuno e lavoro serale a casa delle famiglie. “Non ho mezza giornata libera – ha aggiunto il Santa Claus valdarnese – . Ma non importa. Le emozioni che ci regalano i bambini sono straordinarie. Del resto tutti possiamo essere Babbo Natale. Basta sentirselo dentro”. Insomma, nell’era della tecnologia, degli smartphone e dei social, per fortuna c’è ancora chi porta avanti una tradizione immortale.

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