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“La vasca per il parto in acqua non funziona dal mese di giugno”. Chiassai interviene sull’Ospedale del Valdarno

“L’ospedale del Valdarno ha bisogno di risorse umane in grado di rendere operativi e funzionali i nostri reparti, invece il comparto sanitario continua ad essere ridotto allo stremo, con turni massacranti per rispondere alle numerose esigenze della popolazione, aumentate da quando è stato scelto di chiudere il Serristori”. Lo ha detto il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini, all’indomani dell’incontro organizzato in occasione dei 20 anni dalla nascita del monoblocco, che sostituì i due presidi locali. Chiassai Martini si è soffermata sulla carenza di personale e anche sulla criticità del punti nascita. “Da sindaco, continuo a ricevere segnalazioni dei cittadini e solleciti da parte dei sanitari per risolvere urgentemente i problemi che si manifestano quotidianamente nel nostro nosocomio, a cui manca ancora una programmazione e una strategia di lungo termine. E’ purtroppo evidente che non c’è la volontà della Regione Toscana, nonostante il riconoscimento del 1 livello che ha concesso proprio in campagna elettorale nel 2020. Da quell’annuncio non ha assolutamente dimostrato con i fatti di voler garantire l’attuazione di quella scelta, mostrando un’intenzionale inerzia che ci sta facendo scivolare sempre più in una condizione di ospedale “minore”.
Riguardo al punto nascita, il sindaco di Montevarchi ha ricordato che l’esistenza del reparto è garantita se viene rispettato il numero minimo di 500 parti all’anno. “Inspiegabilmente, la vasca per il parto in acqua non funziona dal mese di giugno costringendo a non accogliere le richieste di decine di mamme in questi mesi, perché questa opportunità, che non si trova in altre strutture ospedaliere della provincia, attrae oltre 100 partorienti all’anno. Da sindaco e da donna – ha aggiunto – ritengo questa situazione molto grave e non voglio pensare che la mancanza di un pronto intervento sulla vasca sia finalizzato a diminuire i numeri della Maternità nel nostro ospedale per giustificare una chiusura del servizio per gli accessi in calo. L’indebolimento degli ospedali avviene progressivamente attraverso il depotenziamento dei servizi”.
Insomma, Chiassai Martini ha richiesto attenzione per l’ospedale di Santa Maria alla Gruccia, in un momento storico delicato come questo, in cui si deve rispondere al diritto di cura e ai bisogni di un bacino di utenza che supera il confine di area vasta, andando a coprire oltre 100mila abitanti “La scelta del gigantismo sanitario con le aslone è stata deleteria, producendo un impoverimento progressivo del servizio sanitario, con i cittadini costretti a sostenere sulle proprie spalle il peso delle cure, spesso sostenendo anche il disagio degli spostamenti e delle difficoltà organizzative – ha aggiunto – Lo ripeto da anni, il potenziamento della sanità territoriale viene raggiunto principalmente garantendo l’efficacia e l’efficienza dei servizi ospedalieri, con personale e risorse adeguate, che fanno da traino a tutto il resto. L’obiettivo del nostro presidio, dopo 20 anni, non può definirsi concluso se la Regione non effettuerà gli investimenti necessari, con un piano mirato concreto in modo da offrire quei servizi adeguati alla classificazione di 1 livello che ad oggi mancano. Non siamo a festeggiare un traguardo, ma stiamo facendo un punto della situazione e a chiedere un deciso cambio di marcia, affinché l’ospedale possa essere un efficiente punto di riferimento per il territorio”. Il sindaco di Montevarchi ha comunque ricordato che quello di 20 anni fa fu un evento storico per l’intera vallata. “La realizzazione di un ospedale unico, un presidio baricentrico del comprensorio valdarnese e non solo, che purtroppo negli anni non è stato sostenuto da una politica altrettanto lungimirante – ha concluso – Abbiamo ricordato una ricorrenza importante facendo doverosamente un bilancio di quanto accaduto in questo arco di tempo. Nonostante la grande professionalità, il lavoro quotidiano di medici, infermieri, operatori sanitari per rendere la nostra struttura un’eccellenza, è mancata la volontà con specializzazioni, servizi, personale e risorse degne di un nosocomio nato con questa prospettiva, oggi ancora disattesa, pur essendo punto di riferimento obbligato anche per il Valdarno fiorentino”.

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