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Poligono del Giappone. Allarme per la pianta “aliena” che infesta i torrenti valdarnesi con appello alla Regione

Un muro verde che cresce in primavera sui corsi d’acqua e rischia di trasformarsi in una minaccia per la sicurezza idraulica e gli ecosistemi. E’ quello creato dal Poligono del Giappone, nome comune della Reynoutria japonica, pianta invasiva importata dai Paesi asiatici a scopi ornamentali e che adesso invade ampi tratti del reticolo idrografico valdarnese. La specie “aliena”, fino a qualche anno fa presente solo nel Faella nel territorio di Castelfranco Piandiscò, si è diffusa su 25 chilometri di sponde, rese più instabili dalla sua presenza, dei torrenti di Terranuova, San Giovanni, Reggello e Figline e Incisa Valdarno, e condiziona l’esecuzione degli interventi di manutenzione ordinaria lungo i corsi d’acqua, sospesi alla fine della stagione vegetativa della pianta per provare a contenerne la propagazione.
“Nei tratti oggetto di manutenzione programmata dove è stata rinvenuta la sua presenza – ha spiegato il dottor Francesco Lisi, Direttore Generale del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno – i lavori si sono interrotti e posticipati, anche a causa di una stagione dalle temperature anomale, che hanno prolungato lo sviluppo vegetativo della pianta. Nel portare avanti l’attività di manutenzione ordinaria sui corsi d’acqua del reticolo di gestione, il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno e l’Unione dei Comuni del Pratomagno, a cui sono affidate molte delle lavorazioni programmate annualmente nella UIO Valdarno, hanno individuato la presenza di diversi nuclei di Poligono dei Giappone, la cui consistenza è in continuo aumento. Attualmente, i rinvenimenti più significativi sono stati individuati lungo gli affluenti di destra del fiume Arno. Risultano interessati in modo importante in particolare i torrenti Resco, Faella, Ciuffenna e i borri Cerberesi, Riofi delle Cave, Sant’Antonio, Montemarciano e del Tasso. La pianta è altamente invasiva e, nel giro di pochi anni, si è moltiplicata fino a colonizzare nuovi tratti di aste fluviali”.
Pur ricadendo nella lista IUCN delle 100 peggiori specie alloctone invasive del mondo e nella lista di piante aliene invasive, stilata dalla Organizzazione Europea e Mediterranea per la Protezione delle Piante (EPPO) già dal 2004, il Poligono del Giappone non è ancora stato inserito negli elenchi delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale, ai sensi del Regolamento (UE) n.1143/2014, né all’interno del D.Lgs n.230/2017 che lo recepisce.
“La mancata adozione di linee guida nazionali e regionali per la gestione di questa specie aliena espone il nostro territorio al pericolo di una sua continua e difficilmente gestibile espansione lungo il reticolo idrografico, dove crea notevoli problemi al corretto deflusso delle acque, con impatti pesanti sui relativi costi di gestione e sulla conservazione degli ecosistemi fluviali. D’altronde le esperienze maturate in altre regioni italiane come Lombardia, Trentino-Alto Adige e Piemonte e in altri Paesi (dalla Svizzera all’Austria, dalla Francia alla Germania, dalla Spagna alla Gran Bretagna) confermano l’utilità di intervenire tempestivamente con una strategia di contenimento adeguata. Nasce con questo obiettivo la decisione di chiedere, in collaborazione con l’Unione dei Comuni del Pratomagno, un intervento urgente da parte della Regione Toscana per la definizione delle misure operative necessarie per limitare la diffusione dell’infestante nei corsi d’acqua del territorio”, ha concluso Lisi.
Il Consorzio di Bonifica ha sospeso i tagli fino alla fine della stagione vegetativa della pianta e informare i cittadini per coinvolgerli in modo diretto e attivo nella campagna anti-Poligono del Giappone.
“In attesa di indicazioni regionali – ha aggiunto la Presidente del Cb2 Serena Stefani, illustrando la brochure informativa già diffusa ai Comuni interessati con l’invito a divulgarla ai cittadini – abbiamo applicato le soluzioni operative già sperimentate in altri territori, attendendo la fine della stagione vegetativa, prima di intervenire con tutte le precauzioni possibili, per evitare la diffusione della specie. In questi giorni sono stati eseguiti i lavori sul borro di Riofi, uno dei corsi d’acqua maggiormente interessati dalla presenza del Poligono e si proseguirà con gli altri tratti. Abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere ai cittadini di essere nostri alleati in questa delicata e complessa battaglia: il Consorzio infatti ha prodotto e diffuso un vademecum per il suo riconoscimento e la sua corretta gestione: si tratta di regole e attenzioni che dovrebbero essere applicate anche negli spazi privati”.
Nel frattempo il Poligono del Giappone ha fatto la sua comparsa sull’Arno a Subbiano e in Casentino.
“Per ora si tratta di nuclei limitati – ha spiegato il tecnico del settore difesa idrogeologica Matteo Rillo Migliorini, dottore forestale – ma senza una corretta gestione la sua presenza potrebbe diffondersi mettendo in pericolo l’equilibrio ecologico e la sicurezza delle sponde del nostro fiume principale”.

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