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Vialli, la meglio gioventù…

Gianni Brera lo definì…Stradivialli in onore alle sue origini cremonesi, molto borghesi a dire il vero. Il neologismo riassumeva la forza dell’atleta unita alla gloria del più celebre liutaio di ogni tempo, nato come lui all’ombra del Torrazzo .
E…come Mina, Tognazzi, Cabrini ed altri nati in questa terra bassaiola fatta nebbia, di operosità e di grandi bolliti. Giocatore straordinario e uomo di grande personalità ha legato le sue più belle fortune sportive alla Samp dei tempi eroici di Mantovani e poi alla Juve di Lippi campione d Europa. Oltre ovviamente…alla maglia azzurra con cui è stato per tanto tempo protagonista prima come calciatore poi come dirigente dell’ultima gestione Mancini e del titolo conquistato a Londra. Un ruolo importantissimo quello ricoperto da Gianluca nell’ultima fase della sua troppo breve vita, collante fondamentale fra la squadra ed il mondo esterno e non solo.
E poi…Mancini, il gemello blucerchiato dello scudetto del 1991, l’apoteosi del mondo doriano che oggi lo piange insieme alla Juve, alla Cremonese, al Chelsea ma anche con tutte le squadre che lo hanno visto rivale con lealtà e con spirito sportivo. Aveva detto che il suo ultimo desiderio sarebbe stato quello di portare le figlie all’altare, un sentimento paterno che appartiene profondamente e pienamente a noi padri…Non c’è l’ha fatta ed oggi siamo qui a strappare un’altra figurina o figurona del nostro album dei ricordi.
Chi va in là con gli anni ricorderà anche Ernesto “Tino” Castano, vecchio juventino e capitano della squadra di Heriberto Herrera scomparso ieri all’età di 83 anni.
Con Vialli invece il calcio piange oggi un mito assoluto ed è perciò giusto abbassare la testa e ricordarlo nella doppia veste di campione e di uomo vero. Parole spesso abusate, d’accordo, ma che oggi ci sentiamo di spendere al di là di ogni possibile retorica. Una persona gentile, un campione dolce dotato di grande forza interiore. Ciao Gianluca!

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