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Carenza di medicinali. Parla il direttore delle Farmacie Comunali di Montevarchi. “Il problema arriva dalla Cina”

Anche in Italia è scattato l’allarme per la carenza di alcuni prodotti farmaceutici. Secondo l’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, sono al momento 3.196 i medicinali difficili da reperire, 66 in più rispetto allo scorso mese di dicembre. Tra questi Moment, Neo Borocillina, Nurofen e Spididol, principalmente antivirali o antinfiammatori e antibiotici. Il direttore delle Farmacie Comunali di Montevarchi Bartolomeo Lucarelli è in prima linea, come tutti i suoi colleghi, per far fronte alla situazione, ma ha ricordato come le possibilità di intervento dei farmacisti sia limitata. E’ una situazione che riguarda infatti tutto il continente europeo e anche oltre. “Questa mancanza di prodotti – ha spiegato – si è acuita negli ultimi tempi, da una parte per il Covid, dall’altra per un’epidemia di influenza che si è propagata velocemente. Ma, naturalmente, c’è anche un altro problema di non poco conto. La fornitura di questi farmaci è diminuita nelle ultime settimane per i lockldown che ci sono stati in Cina e anche in India. Soprattutto per i principi attivi, sono infatti questi i paesi che forniscono la maggior produzione a livello mondiale. Occorre poi considerare un fatto – ha aggiunto il dottor Lucarelli – Il farmaco non è solo principio attivo. Deve essere formulato per poter essere venduto, quindi è necessaria la scatolina, nel caso dello sciroppo la bottiglia, per le compresse il blister di plastica e il foglio di alluminio”.
In questo momento il medicinale che più manca dagli scaffali è l’ibuprofene, un antifiammatorio che viene utilizzato sia per il Covid – sembra che riduca di molto i ricoveri – che per combattere la sintomatologia da influenza. Riguardo ai farmaci da banco, mancano anche molti prodotti asintomatici che vengono venduti per curare l’influenza. “Noi cerchiamo di ovviare con i farmaci equivalenti, quindi dove è possibile si cerca di proporli – ha aggiunto il direttore delle Farmacie Comunali di Montevarchi – In altri casi utilizziamo invece una forma farmaceutica differente. Ad esempio, se il medico prescrive al paziente l’ibuprofene in compresse, noi gli diamo quello in bustine, se ce l’abbiamo. Nel caso non avessimo l’ibuprofene da 400 viene proposto quello da 200. E così via”.
Stessa cosa anche per i cosiddetti farmaci da consiglio, ovvero quelli per i quali non è necessaria la prescrizione medica. “Se ci viene chiesto uno sciroppo fluidificante, ad esempio l’ ambroxolo, che in quel momento non c’è, gli diamo un altro sciroppo fluidificante e si riesce così a tamponare la situazione Del resto – ha aggiunto il dottor Lucarelli – con i clienti il rapporto è ottimo e forniamo loro tutte le spiegazioni necessarie. Bisogna del resto considerare che la carenza non è a livello di Valdarno e di Toscana, ma a livello europeo, se non mondiale, e bisogna fare con ciò che in quel momento abbiamo a disposizione. Tra l’altro – ha aggiunto – molti farmaci vanno e vengono a singhiozzo. Un periodo ci sono, un altro mancano. Una cosa è certa. Il problema è più grande di noi e non dipende dai farmacisti”. E le prospettive? “La mia idea è che tutto dipenda anche dalle evoluzioni dell’epidemia. Se, come sembra, il picco dell’influenza è stato raggiunto la settimana scorsa e se non ci saranno altre soprese, diminuendo la richiesta sarà più facile che si possa trovare il prodotto – ha concluso il direttore – Certo, dipende anche da quello che accade in Cina. Il lockdown nel paese asiatico delle settimane scorse ha praticamente bloccato sia la produzione che la consegna dei materiali. Mi diceva un rappresentante di un’azienda che i farmaci sono fermi a Shanghai, ma la capacità di smaltirli è relativa”.

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