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Terranuova. In attesa della “Giornata della Memoria” eventi di approfondimento questo mese di gennaio

A Terranuova Bracciolini il mese di gennaio sarà dedicato all’approfondimento di storie drammatiche, che si rifanno all’epoca nazifascista. Si parte venerdì 20 gennaio alle 21,15, all’Auditorium Le Fornaci, con la messa in scena della nuovissima versione di “Hess”. Viene riprodotta la cella carceraria di Spandau, a Berlino, dove è rinchiuso alla fine degli anni ‘80, in totale isolamento da oltre 20 anni, Rudolf Hess, sodale e ombra di Hitler fin dagli esordi e figura emblematica del nazismo. Con Hitler, Hess condivise la prigione, la stesura del Mein Kampf e la carriera fino a divenirne vice e successore designato. Misteriosamente e da solo, si paracadutò sulla Scozia nel 1941 per trattare una pace separata col governo britannico. Smentito da entrambi i fronti fu internato in un manicomio inglese come pazzo. Fu condannato alla fine della II Guerra Mondiale all’ergastolo e rinchiuso nel carcere di Spandau, di cui è stato ultimo “occupante”. Rudolf Hess – definito “L’uomo più solo del mondo”, “Il carcerato più costoso della storia” e “Sua Signoria Imprigionata”- ha condotto lì un’esistenza sinistra  e signorile, tra leggende di presenze spettrali, pranzi raffinati, biblioteche nel parco allestite per lui. Fu trovato morto suicida il 17 agosto 1987, giorno della sua scarcerazione, all’età di 93 anni.

Sarà poi presentato sabato 21 gennaio, alle ore 17, nella sala consiliare il libro che indaga il lavoro forzato degli Internati Militari Italiani (IMI) nei lager del Terzo Reich: Bunker Valentin. Lo sterminio nazista attraverso il lavoro forzato, pubblicato da Edizioni Chartesia e scritto da Orlando Materassi e Silvia Pascale. Il bunker Valentin era un luogo di sterminio nazista attraverso il lavoro forzato, per la cui costruzione furono impiegati circa 12.000 schiavi di Hitler, sfruttati in molti casi fino alla morte. Prigionieri e lavoratori coatti di molte nazionalità in particolare sovietici e 6.000 Internati Militari Italiani, cioè i militari italiani fatti prigionieri dopo l’8 settembre 1943 che si rifiutarono di aderire al nazifascismo e per questo deportati nei lager del Terzo Reich senza tutela della Croce Rossa Internazionale. Subirono violenze e sofferenze disumane per circa due anni. Per la Germania nazista erano considerati degli stücke che vennero inseriti nell’economia di guerra tedesca. Più di 1.600 troveranno nel cantiere del bunker la morte, tanto che le pareti dell’imponente struttura possono considerarsi un cimitero.
Elio Materassi, giovane soldato italiano fatto prigioniero dalla Wehrmacht il 12 settembre 1943 a Monza, venne prima deportato in Polonia e poi in Germania, nel lager Heidkamp II nella zona di Bremen-Farge. È in questo scenario di fame, freddo e morte che trascorrerà molti lunghi mesi sfruttato come lavoratore forzato al cantiere per la costruzione del bunker Valentin. Grazie al ritrovamento di documenti inediti tedeschi si è potuto identificare il territorio come sede di lager creati appositamente per i deportati usati alla costruzione di questo enorme edificio. Le ricerche hanno evidenziato come questa particolare zona, finora poco studiata, non era soltanto un luogo di prigionia, ma un enorme campo di sterminio parcellizzato in campi satellite. Lo studio degli autori è il frutto di lunghi anni di ricerca e approfondimento sul tema della Memoria e del Ricordo. La condivisione di percorsi con le autorità tedesche e la realizzazione di progetti per rendere giustizia al sacrificio degli Internati Militari Italiani ha portato alla pubblicazione del volume, realizzato dall’ANEI (Associazione Nazionale ex Internati nei lager nazisti) di Treviso grazie alle risorse del Fondo italo-tedesco per il Futuro e il riconoscimento dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma e il Ministero degli Affari Esteri della Germania.

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