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Un anno fa in Valdarno partiva il servizio di radiologia domiciliare. Un primo bilancio

Agli inizi del 2022, e quindi un anno fa, in Valdarno, partiva il servizio di radiologia domiciliare dell’Ospedale della Gruccia. Un progetto innovativo e sperimentale che consente di effettuare un esame radiologico direttamente a casa del paziente. Il bilancio di questi dodici mesi di lavoro è più che positivo: oltre 100 infatti gli assistiti, tutti residenti in zona o nelle RSA, che ne hanno usufruito.
“Il 70% degli esami richiesti – spiega la dottoressa Rita Papi, una delle promotrici del progetto e responsabile dei tecnici di radiologia medica che effettuano il servizio – hanno riguardato l’Rx Torace in presenza di difficoltà respiratorie, broncopolmoniti e controlli post covid, mentre il rimanente 30% degli esami Rx ha interessato l’apparato osteo articolare (anca, femore, ginocchio, spalla, piede) ed è stato effettuato a domicilio per patologie croniche, dolore o controlli post operatori in pazienti non trasportabili”.
“L’opportunità – aggiunge la dottoressa Claudia Nocentini, direttore della radiologia del PO del Valdarno – è stata pensata per i pazienti seguiti nell’ambito delle cure domiciliari e assistiti nelle strutture sanitarie assistenziali del territorio (Rsa) del Valdarno: persone fragili, pazienti oncologici, disabili o non deambulanti, le cui condizioni di salute non permettono il trasporto in una struttura ospedaliera se non sottoponendo la persona ad un grave disagio”.
Come ha poi ricordato la dottoressa
Daniela Cardelli, direttore del dipartimento delle professioni tecnico sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione, grazie alle disposizioni di sicurezza e prevenzione adottate, le procedure messe in atto per la radiologia a domicilio prevedono l’impiego di dosi limitate di radiazioni e comportano un rischio estremamente contenuto per i pazienti e per gli operatori, ma anche per la popolazione in generale, a fronte di un grande beneficio sulla qualità della vita di pazienti non deambulanti costretti, altrimenti, ad uno spostamento spesso difficile e doloroso. “Il progetto – ricorda la dottoressa Cardelli – è in fase di ampliamento per la provincia di Arezzo e partiremo nel giro di un mese nella zona del Casentino, dove la popolazione ultra sessantacinquenne è maggiore rispetto alle altre zone aretine e dove anche le caratteristiche geografiche del territorio acuiscono ulteriormente le difficoltà di spostamento per questi pazienti”.
“La radiologia domiciliare – spiega il dottor Enrico Saloni, direttore del dipartimento diagnostica per immagini dell’Azienda Usl TSE – risulta in certi casi una valida alternativa alla attività ambulatoriale e tende a limitare i disagi per certe categorie di soggetti non autosufficienti o comunque non trasportabili, se non a rischio clinico e con costi più alti per la società. Altro ambito di applicazione è quello previsto per i pazienti in regime di detenzione, in istituti sprovvisti di autonomo servizio. La Società Scientifica SIRM ne definisce le linee guida, stabilendo criteri di sicurezza e di contenimento della dose. La felice esperienza della Zona Valdarno – conclude – ci spinge a voler estendere il progetto, anche nel territorio delle Zone Senese e Grossetana”.

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