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Facebook “censura” il panino con la finocchiona. La campagna pubblicitaria commissionata da un ristoratore di origini valdarnesi

“La tua inserzione sembra insultare o prendere di mira gruppi specifici di categorie protette, pertanto non rispetta i nostri standard della community”. Spesso su Facebook troviamo frasi di questo tipo su post che, secondo gli algoritmi, potrebbero risultare offensivi. Solo che questa volta ad essere presa di mira è una delle prelibatezze della cucina toscana amata ed apprezzata in tutto il mondo, la finocchiona. La vicenda arriva dalla Puglia ma ha origini valdarnesi. Questa la storia: un’agenzia pubblicitaria aveva creato un post in cui elogiava il pregiato insaccato corredato da una foto nella quale è ritratto un panino ripieno con, appunto, la finocchiona.

Sotto la foto “incriminata”

La campagna fa parte del progetto culinario “Interiora Design” realizzato da un’agenzia di comunicazione e commissionata da un ristoratore originario di Figline e che da anni ha lasciato il Valdarno trasferendo le sue attività in Puglia: si chiama Massimo Lanini ed ha tre locali nel centro di Bari: La Staffa, Il Canto dei Bischeri e Organic. Come si evince dai nomi dei ristoranti, la cucina è toscana. Il progetto intende riscoprire e rivalutare il gusto delle interiora in un panino gourmet da spedire a casa.

Abbiamo raggiunto telefonicamente Lanini il quale si è dichiarato quanto meno perplesso per il blocco del post. “Caro Facebook, vorremo dirti che “Finocchiona” non è un insulto ma un insaccato tipico toscano!- ha scritto di risposta sulla piattaforma- L’offesa sta nel non conoscere questa prelibatezza!”. Anche noi, del resto, siamo d’accordo.

 

 

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