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Il 7 febbraio San Giovanni ricorda la partenza dei volontari per la guerra di Liberazione

Il 7 febbraio prossimo, a San Giovanni Valdarno, si terrà la 78esima manifestazione nazionale per commemorare i giovani partigiani sangiovannesi che si arruolarono per liberare i territori italiani occupati dai nazifascisti. Appuntamento alle 9 al Cinema teatro Masaccio con gli studenti poi, dalle 11,45, il corteo lungo via Roma e la deposizione della corona ai caduti al sacrario di Palazzo d’Arnolfo. Gli eventi proseguiranno anche il 10 febbraio a Palomar, quando sarà presentato il libro di Nedo Migliorini “8 settembre 1943. Sbandati senza stellette”.
Era il 7 febbraio 1945 quando, dalla città valdarnese partirono alcune centinaia di giovani partigiani che si arruolarono volontari nel rinato esercito italiano per andare a combattere nella brigata Friuli per la liberazione dei territori italiani occupati dai nazifascisti sul fronte del Senio. Avrebbero potuto rimanere nei loro paesi liberati e ricominciare a vivere dopo tanti anni di dittatura e di guerra: invece preferirono arruolarsi e combattere contro i nazisti ed i fascisti oltre la linea Gotica per consentire anche ai fratelli delle regioni del Nord Italia di raggiungere la libertà che loro avevano appena assaporato. I volontari sangiovannesi parteciparono alla liberazione di Riolo Terme e anche di Bologna.
Dal 1946, ogni anno questo evento viene ricordato e celebrato nella città del Marzocco con una manifestazione che vede la partecipazione di autorità istituzionali e militari con rappresentanze regionali, provinciali, comunali e di associazioni partigiane combattentistiche che provengono da varie parti della Toscana ed anche da altre regioni Nella prima iniziativa al cinema teatro Masaccio gli studenti delle scuole superiori presenteranno i loro lavori di ricerca sul periodo storico dell’ultima fase della Seconda guerra mondiale e gli avvenimenti ad essa legati. Aprirà gli interventi il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi; poi la parola passerà a Giuseppe Morandini, presidente Anpi Valdarno, Romano Rossi, presidente associazione nazionale reduci Friuli, Leno Chisci presidente del comitato provinciale Anpi Arezzo e ai rappresentanti istituzionali presenti. Coordinerà il dibattito Giampiero Bigazzi mentre gli interventi musicali saranno affidati alla cantautrice fiorentina Letizia Fuochi.
Alle 11,45 partirà il corteo per le vie cittadine che, da via Borsi, passerà per via Roma, attraverserà piazza Cavour fino ad arrivare al loggiato di Palazzo d’Arnolfo dove, alle 12 sarà deposta la corona ai caduti. Alle 12,30 si svolgerà il pranzo ai saloni della Basilica.
Venerdì 10 febbraio alle 17,30 a Palomar, la Casa della cultura si terrà la presentazione del libro di Nedo Migliorini “8 settembre. Sbandati senza stellette” in collaborazione con l’Anpi e l’Accademia valdarnese del Poggio. Racconta le vicende di Edivo Migliorini, ricostruite sulla base di documentazioni storiche e memorie orali. Dopo lo smarrimento iniziale seguente all’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre, Edivo si mosse con due compagni da uno sperduto campo di volo della Sardegna, alla volta della Toscana. Negli otto giorni che gli occorsero per raggiungere i suoi, tra angosce e vicende drammatiche, ricordi terribili e sfiancanti fatiche fisiche, sviluppò la definitiva consapevolezza della follia della guerra e maturò la convinzione della necessità, oltreché della pace, di un profondo cambiamento politico.
“La partenza dei volontari alla guerra di Liberazione e l’unità di Italia è una ricorrenza importante nella nostra comunità cittadina – ha detto il sindaco di San Giovanni Valentina Vadi – istituita dal Comune di San Giovanni Valdarno, su sollecitazione dell’Anpi molti anni fa per ricordare un evento specifico, per conservare la memoria del passato e dei valori della resistenza: la libertà, la democrazia, l’uguaglianza sociale, la lotta contro ogni forma di discriminazione. Questi sono i valori, in nome dei quali combatterono i partigiani e i volontari che partirono per liberare l’Italia dal nazifascismo. Ogni anno, con questa cerimonia, noi ricordiamo quei giovani, il loro coraggio, il loro smisurato amore per la libertà, ed il legame che ci unisce ancora, dopo così tanti anni, alle comunità che i nostri combattenti sangiovannesi contribuirono a liberare in quell’inverno del 1945. Queste vicende, spesso sconosciute ai libri di storia, ma così importanti per la costruzione di una memoria condivisa e di un comune sentire moral – ha aggiunto – devono essere consegnate alle generazioni giovani, che costituiranno la classe dirigente futura, ed avranno, loro, la responsabilità di mantenere in pace, e in una civile convivenza, questo paese. Per questo, ogni anno, le scuole superiori di San Giovanni Valdarno sono coinvolte in questa ricorrenza, in maniera concreta e fattiva. Purtroppo, come nel 2022, il nostro pensiero va al conflitto ancora in atto nel cuore dell’Europa tra Russia e Ucraina. Le immagini di morte, distruzione e disperazione devono ricordarci quanto sia importante anche oggi essere costruttori di pace”.

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