Cerca
Close this search box.

Mancano risorse e scarseggiano i volontari. I servizi della Misericordie a rischio anche in Valdarno. E scatta l’allarme

Mancanza di risorse e di volontari. E anche in Valdarno le Misericordie, tra alcuni mesi, potrebbero non essere più in grado di coprire il territorio come avvenuto fino ad ora. E’ un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato da Patrizio Cancialli, valdarnese di Castelfranco Piandiscò, coordinatore del sistema delle Misericordie della provincia di Arezzo, reduce da un incontro con i sindaci del territorio che si è tenuto giovedì pomeriggio. La situazione, infatti, è complicata, anche nella vallata. “Pure qui da noi ci sono forti criticità – ha detto – Abbiamo una postazione a Montalto che opera H24 e svolge 720 ore di attività totale. Siamo carenti su 180 ore perché mancano le persone per operare. Come facciamo? Si cerca di coprire l’oggi per il domani, ma senza una programmazione. Capite bene che così è difficile andare avanti”. In accordo con le altre associazioni e le istituzioni locali sarà inviata una lettera alla Regione Toscana, chiedendo un incontro urgente per trovare soluzioni.
Si punta a coinvolgere, ovviamente, l’assessore Simone Bezzini. “Bisogna poi considerare che la nostra attività è legata sia all’emergenza urgenza che al sociale – ha aggiunto Cancialli – Soprattutto nel primo caso ci vogliono professionalità che devono essere formate adeguatamente, quindi passa del tempo”. “Solo per salire su un’ambulanza – ha spiegato Carlo Bani della Misericordia di San Giovanni – sono necessarie 30 o 40 ore di formazione, per svolgere il servizio di emergenza le ore di formazione salgono a 150. Chi lavora e chi studia deve quindi dedicare molto tempo a questa attività, anche prima di entrare a far parte della Confraternita. Considerate che, semplicemente per trasportare una persona con disabilità, ci vogliono 20 ore di formazione”. Per ovviare alla carenza di volontari, in provincia di Arezzo, è attivo un progetto di servizio civile.
“Scadrà il 10 febbraio e oggi siamo sotto al 50% di domande disponibili presentate – ha detto Bani – Negli anni del Covid, soprattutto all’inizio, moltissime persone si sono avvicinate a noi, ad esempio per portare i medicinali o per consegnare le mascherine. Poi, con il tempo, questa presenza si è affievolita. Abbiamo bisogno di giovani e di persone che ci diano una mano”. C’è poi il problema dei costi, che sono notevolmente aumentati. “Per le Misericordie del Valdarno l’incremento, negli ultimi due anni, è stato del 60% – ha sottolineato Bani – legati, in gran parte, al caro carburanti. I rimborsi da Asl per i vari servizi non sono più in linea con i costi strutturali. Un mezzo costa dai 30.000 ai 70.000 euro e poi ci sono la manutenzione ordinaria e straordinaria e il gasolio”. “In base alla attuali normative – ha concluso Cancialli – un’ambulanza, dopo 5 anni di vita e 250.000 km, deve essere ricomprata. Ma senza soldi è difficile farlo”. Insomma, una situazione complicata, a cui la Regione Toscana deve mettere mano. Queste associazioni sono un fiore all’occhiello dell’intero territorio, basti pensare al ruolo che hanno svolto durante la prima fase della pandemia, e nessuno può correre il rischio di vedere tagliare servizi essenziali.

Articoli correlati