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La tragedia del Ballarin. Il giorno di San Valentino del 1965 protagonista, suo malgrado, il montevarchino Caposciutti

Il giorno di San Valentino del 1965 si consumò allo stadio di San Benedetto del Tronto una tragedia che ebbe suo malgrado come sfortunato protagonista il montevarchino Alfiero Caposciutti, in campo con la maglia dei rossoblu di casa. Era in programma uno dei derby più accesi del panorama calcistico nazionale, quello fra la Samb e l’Ascoli. Il nostro Alfiero, che aveva incominciato la sua carriera sportiva addirittura fra i…pali per poi trasformarsi in un bravo attaccante era pronto per recitare la sua parte in una gara particolarmente sentita. Nei bianconeri ascolani al centro della difesa il buon Carletto Mazzone e, con il numero uno, il toscano Roberto Strulli di Monsummano Terme. Sul finire del primo tempo, con i padroni di casa già sul doppio vantaggio, si consuma la tragedia: punizione per la Samb, il portiere non trattiene, sulla palla balza Alfiero che vista l’impossibilità di arrivarci si ferma avvicinando le gambe. Ma il destino fatale è in agguato con Strulli che in uscita va ad incocciare con la mandibola nel ginocchio dell’attaccante. Qualcuno ha sentito un sinistro e terrificante scricchiolio di ossa frantumate, il povero calciatore muore quasi all’istante, gettando ovviamente nello sconforto la famiglia, la moglie è in attesa di un figlio che non conoscerà mai il proprio padre e l’incolpevole sgomento Alfiero, che anni dopo abbraccerà quel figlio dal nome Roberto, che sarà il primo a riconoscere la tragica fortuità dell’accaduto.

Roberto Strulli,morto durante il derby Samb Ascoli del 1965.

Dopo mesi di sconforto la carriera sportiva del giocatore di Montevarchi riprenderà invece nel Messina in serie B, nel Cosenza, nella Maceratese, prima di ritornare in riva all’Adriatico e in quella San Benedetto del Tronto divenuta per lui la città della vita. Roberto Strulli invece si fermò per sempre ancor giovane su un campo di calcio. Il destino aveva deciso per lui, come per Bruno Nespoli portiere dell’Olbia, anche lui toscano, morto tragicamente tre anni prima durante una partita contro la Carrarese. Ed ovviamente il dramma di Strulli fece il pari con quello di Caposciutti, per lungo tempo incredulo e smarrito.

Alfiero Caposciutti, classe 1941, qui con la maglia del Messina della stimata e conosciuta famiglia montevarchina.

 

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