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15 anni fa moriva Arduino Casprini. Una grande perdita per il calcio e l’economia valdarnese

“Era il 26 dicembre del 2004. Ci eravamo sentiti per i classici auguri natalizi, promettendoci che ci saremmo rivisti a gennaio perchè “aveva da dirmi cose importanti sulla sua creatura azzurra”. Già mi aveva anticipato che quella stagione la sua Sangiovannese avrebbe potuto raggiungere il livello più alto della sua storia. La squadra era già forte e sarebbe stata rinforzata a dovere per tentare un salto inimmaginabile. Quello in serie B. Nell’ultimo turno prima della sosta natalizia la squadra aveva battuto il Pavia 2-1 e in occasione della classica cena degli auguri, che si era tenuta a Villa Santa Maria, Arduino Casprini, il presidentissimo, aveva dispensato sorrisi ed ottimismo.
Ma non poteva sapere che qualche giorno dopo la sua vita terrena si sarebbe fermata per sempre lungo una strada che lui conosceva molto bene, quella che dal suo stabilimento del Cetinale porta a San Giovanni. Erano le 19,30. Si schiantò con la sua Mercedes contro un’altra macchina, poco prima del Porcellino. Uno schianto fatale per il patron azzurro, che era atteso ad una cena con amici. La notizia fece subito il giro del Valdarno e in serata una gran folla raggiunse la camera mortuaria dell’ospedale della Gruccia per testimoniare dolore e affetto alla famiglia. Con Casprini non era morto solo quello che, con Ivo Giorgi, era stato il più grande presidente della storia della Sangiovannese, ma anche uno dei più importanti imprenditori della Toscana, con interessi in molti settori e affari in varie parti del mondo. Per questo la sua fu una grande perdita anche per il mondo economico della vallata.
Migliaia di persone presero parte al suo funerale in Basilica e la loro presenza testimoniò la grandezza di un uomo che si poneva alla stesso modo con Marco Tronchetti Provera, il gran capo di Pirelli come con l’ultimo dei tifosi. Già, perchè la sua semplicità aveva conquistato il popolo di San Giovanni e spesso partecipava a cene improvvisate con i tifosi, dimostrando, nè più nè meno, di essere uno di loro. Il suo amore per la Sangiovannese, del resto, era a prova di bomba e bene fecero i familiari, il giorno delle esequie, a far fare ad Arduino un ultimo giro di campo in quello stadio, il Virgilio Fedini, che tante volte lo aveva visto gioire.
Oggi, Casprini, vive ancora nel cuore della gente di San Giovanni e delle tante persone che gli hanno voluto bene. Qualche giorno dopo la sua morte, insieme ad una foto che ritraeva il presidente della Sangiovannese intento a festeggiare la promozione in C1 della sua squadra dopo lo storico spareggio con il Gualdo, spuntò una frase emblematica, raccolta in una targhetta: “Le grandi gioie durano una vita. I grandi uomini vivono per sempre”. La gioia per lo straordinario successo sportivo della maggiore società sportiva cittadina e il ricordo di un personaggio le cui doti e capacità sono e rimarranno immortali. Casprini è nell’Olimpo dei grandi sangiovannesi della storia”.

Marco Corsi
Direttore “Valdarno 24”

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