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Il professor Ghinassi, sangiovannese, studia le microplastiche in Arno con una equipe dell’Università di Padova

Una equipe del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova formata anche dal professor Massimiliano Ghinassi, valdarnese, ha effettuato uno studio sulle microplastiche in Arno, pubblicato poi sulla rivista “Science of Total Environment”. Sono stati analizzati i sedimenti del fiume in prossimità dell’abitato di San Giovanni, per comprendere i meccanismi che controllano il trasporto e lo stoccaggio delle microplastiche nei sedimenti fluviali. Oggi si producono, in tutto il mondo, circa 400 milioni di tonnellate di plastica all’anno. Una volta immessi nell’ambiente, questi materiali si frammentano, diventando particelle piccolissime che possono misurare da cinque millimetri fino a millesimi di millimetro. Vengono disperse nei mari e negli oceani danneggiando gli habitat naturali, e quindi l’ambiente e provocando danni anche alla salute dell’uomo. Massimiliano Ghinassi, 48 anni, è nato a San Giovanni e lavora all’ateneo di Padova. “Lo studio delle microplastiche, ovvero particelle di plastica con dimensioni molto ridotte – ha spiegato – è un argomento di largo interesse, soprattutto perché possono assorbire sostanze tossiche ed interagire con diversi organismi, incluso l’uomo, grazie alle loro ridotte dimensioni”. Ghinassi, insieme ad un altro docente dell’ateneo di Padova, Massimiliano Zattin e ai dottorandi Francesca Uguagliati e Alessandro Michielotto ha quindi deciso di approfondire questo fenomeno di grande interesse ambientale, andando a scandagliare un tratto dell’Arno che si presta molto bene a questo tipo di studio, soprattutto perché muove sedimenti con dinamiche paragonabili a molti altri corsi d’acqua rettificati dall’uomo.
Sono stati raccolti sedimenti accumulatisi a seguito di due piene, verificatesi nel dicembre 2019 e nel febbraio del 2021, portati poi in laboratorio e analizzati utilizzando particolari liquidi, la cui densità può essere variata. I risultati hanno evidenziato come il contenuto medio di microplastiche sia di circa 3 elementi per grammo di sedimento, che corrispondono a circa 5.000 elementi per ogni litro di sedimento. “Queste particelle – ha aggiunto il professor Ghinassi – sono presenti in tutte le tipologie di depositi analizzati, ovvero nel fango, nelle sabbie ed anche nelle ghiaie. Inoltre, la quasi totalità delle microplastiche è rappresentata da fibre derivanti da materiale tessile”. Lo studio effettuato dai geologi dell’ateneo patavino ha permesso di capire ancor meglio come le microparticelle di plastica possano muoversi nei fiumi, contribuendo a fornire preziose informazioni per la gestione degli ecosistemi fluviali e delle risorse idriche. La concentrazione di Mp nei sedimenti dell’ Arno è paragonabile a quelli di altri fiumi inquinati nel mondo. Le fibre, come ricordato, sono prevalenti tra gli oggetti recuperati, e la composizione è dominata dal nylon. Le misurazioni dell’equipe dell’Università di Padova hanno rivelato che le microplastiche possono essere facilmente intrappolate anche da detriti vegetali galleggianti e immagazzinate nelle sulle sponde dei fiumi. Insomma, risultati importanti finita anche in una importante rivista scientifica.

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