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Arkadia Onlus, l’esperienza dell’educatrice Linda Mugnai:” Abituiamo la comunità alla diversità di ognuno, solo così potremo includere”

Arkadia Onlus è un’associazione di promozione sociale che nasce nel 2009 a Terranuova Bracciolini con l’obiettivo di creare percorsi per persone con disabilità, facendo emergere le loro passioni. La Onlus propone diversi tipi di attività che le persone scelgono in base ai propri interessi ma che, allo stesso tempo, permettono di lavorare sull’indipedenza e i percorsi di vita. Arkadia vive grazie al presidente Daniele Lapi, la vicepresidentessa Barbara Coltrioli e i numerosi educatori e volontari che ogni giorno si dedicano a laboratori di socializzazione e integrazione. Linda Mugnai, una giovane figlinese classe ’99, è un’educatrice professionista che lavora nell’associazione da ormai due anni.

Arkadia è un’associazione che offre numerose attività alle quali le persone con disabilità possono partecipare. Che tipo di laboratori proponete?

Le nostre attività si basano sui bisogni ma anche gli interessi delle persone. Creiamo percorsi non standardizzati ma nati dal dialogo con le persone con cui lavoriamo. Le attività principali che svolgiamo sono quelle di autonomia domestica, nelle quali lavoriamo sull’apprendere nuove capacità: cuciniamo e impariamo a riordinare gli spazi, il tutto in un’ottica di vita indipendente.

Ci sono, inoltre, attività di autodeterminazione, nelle quali le persone coinvolte decidono cosa fare ogni settimana: possiamo andare in discoteca, andare a mangiare fuori oppure, come faremo in questi giorni, organizzare un pigiama party. In questo modo le persone hanno la possibilità di fare le esperienze che non hanno avuta la possibilità di vivere prima. Ovviamente ci sono anche laboratori sportivi come lezioni di yoga o calcio, giusto poco tempo fa abbiamo organizzato un torneo con altre associazioni.

Linda, qual è l’approccio che voi educatori avete con le persone con le quali lavorate e quali sono gli obiettivi che, in qualità di associazione, vi ponete?

Noi siamo tutti laureati o futuri laureati in scienze dell’educazione. Siamo educatori professionisti e il nostro compito è quello di lavorare sulla singola persona e sul suo personale obiettivo ma allo stesso tempo di ampliare la necessità di uno alla necessità del gruppo. Questo perché, spesso, quando si lavora con la disabilità si tende a creare gruppi standardizzati, omogenei e questo puo’ ostacolare il percorso di crescita. Noi vogliamo aprire le porte il più possibile. Creiamo gruppi eterogenei in cui ognuno ha i propri bisogni e caratteristiche ma in cui l’obiettivo generale è quello di cooperare e lavorare insieme.

Un altro scopo che ci poniamo è quello di educare la comunità. Se non prepariamo i cittadini alle diversità di ognuno, difficilmente riusciremo ad includere. Vogliamo fare esperienze nel mondo affinché la comunità si abitui a comunicare ed a vivere la disabilità in modo corretto.

La concezione delle persone con disabilità è notevolmente cambiata nel corso degli anni ma sicuramente i passi da fare sono ancora molti. Nel vostro lavoro vi scontrate ancora contro muri di pregiudizi da abbattere?

La concezione sulla disabilità è molto cambiata. La comunità, specialmente quella di Terranuova Bracciolini, è maggiormente pronta ad affrontare e vivere determinate tematiche. Riscontriamo ancora maggiori difficoltà con i giovani perché ancora devono essere educati ed è per questo che ci stiamo muovendo in questa direzione organizzando incontri nelle scuole con i ragazzi.

Per eliminare i pregiudizi dobbiamo parlarne di più: in alcuni casi si crede addirittura che determinati ambienti siamo preclusi alle persone con disabilità, come ad esempio le discoteche. Questi muri odiosi possono essere abbattuti solo con il dialogo e l’incontro.

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