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Il libro di Filippo Boni “Gli eroi di via Fani” diventa una pièce teatrale

Ha scritto un libro che racconta la vita degli agenti di scorta di Aldo Moro, trucidati dalle Brigate Rosse nel marzo del 1978. E adesso questa opera letteraria si trasforma in una pièce teatrale. La storia de “Gli eroi di Via Fani”, il volume di Filippo Boni, scrittore e vice sindaco di Cavriglia, approderà in alcuni teatri italiani, con un’anteprima il 16 marzo prossimo, anniversario della strage, al teatro sociale di Fasano, città natale di uno degli uomini che caddero a Roma quel giorno, Francesco Zizzi, vicebrigadiere per la Polizia di Stato. L’adattamento teatrale è di David Marzi, la regia di Teresa Cecere e lo spettacolo vedrà protagonisti principali David Marzi e Federico Vigorito. Alla prima assoluta sarà presente anche Boni. “Lo stato delle cose”, questo il titolo della rappresentazione, è liberamente ispirato al libro che l’autore valdarnese ha scritto nel 2018, a 40 anni dal rapimento Moro. Era il 16 marzo 1978 quando in via Fani, a Roma, le Brigate rosse rapirono il leader della Democrazia Cristiana e uccisero i cinque uomini della sua scorta: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi, due carabinieri e tre poliziotti. Per decenni le attenzioni di storici e giornalisti si sono incentrate sulle figure dei terroristi, a cui sono stati dedicati articoli, libri, dibattiti e interviste, mentre le vittime venivano trascurate se non del tutto dimenticate.
Spinto da un bisogno personale e civile, Filippo Boni ha ricostruito le vite spezzate di questi cinque servitori dello Stato e per farlo è andato nei luoghi in cui vivevano a parlare con le persone che li avevano amati e conosciuti: genitori, figli, fratelli e fidanzate a cui il terrorismo ha impedito di sposare l’uomo che amavano. Grazie a queste testimonianze inedite, “Gli eroi di via Fani” rappresenta un ritratto lucido e allo stesso tempo commosso di quelle vite umili ma piene di sogni e di affetti e restituisce verità e memoria a quei corpi prima trucidati e poi dimenticati. Al tempo stesso il libro riesce nel compito di restituire un affresco di un’Italia semplice e vera che tenta di resistere alle atrocità della storia e si ostina a guardare al futuro.

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