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Arriva il “Salvagente” per l’ospedale del Valdarno. Ecco il piano per difendere il presidio dalle piene dell’Arno

È pronta la soluzione per difendere dalle piene dell’Arno l’ospedale di Santa Maria alla Gruccia e la campagna circostante. Sarà realizzata dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, con risorse messe a disposizione dalla Regione Toscana. Si interverrà sul borro del Quercio, che nasce sui rilievi collinari, al confine tra i comuni di San Giovanni Valdarno e Montevarchi e attraversa la pianura alluvionale in località La Gruccia, prima di confluire nell’Arno. In futuro farà meno paura.
Il progetto esecutivo è pronto. Le procedure necessarie per l’apertura del cantiere sono in corso. Quindi, tra qualche mese, il Consorzio potrebbe avviare i lavori strutturali sul tratto terminale del corso d’acqua: una zona a rischio, soggetta, in occasione delle piene più importanti del fiume principale, a significativi fenomeni di rigurgito, che gli argini insufficienti non riescono a contenere. Ogni volta queste mancanze procurano danni e disagi. La prima vittima è l’area su cui sorge l’ospedale del Valdarno che, insieme ai campi che si sviluppano in sinistra idraulica, finisce sott’acqua.
La situazione è complessa e da tempo oggetto di attenzione da parte del Consorzio di Bonifica e degli amministratori comunali, ben consapevoli della necessità di mettere in sicurezza un territorio molto importante, dove, tra l’altro, insistono un tratto della strada regionale 69 e la pista ciclabile che unisce il presidio ospedaliero al territorio sangiovannese. Adesso, il finanziamento regionale è arrivato ed è pari a 300.000 euro. Cifra significativa ma non sufficiente per affrontare e risolvere tutte le problematiche del corso d’acqua che scorre a valle della linea ferroviaria ed è arginato fino alla confluenza in Arno. Per questo, prima di intervenire, si è resa necessaria una approfondita analisi della situazione e la valutazione di diverse ipotesi progettuali, in modo da individuare la soluzione più efficace, realizzabile con l’importo disponibile. Alla fine, la decisione: realizzare un nuovo manufatto di immissione, in corrispondenza dell’ingresso nel Borro del Quercio del corso d’acqua proveniente dalla zona dell’ospedale denominato, nell’ambito della bonifica Leopoldina, Fosso Reale.
“Il manufatto di immissione, in corrispondenza del punto in cui il Fosso Reale drena le acque da tutta la zona valliva circostante, non riesce più a svolgere la sua funzione. Ripristinarne la piena funzionalità servirà ad evitare che le piene in Arno causino un rigurgito nel Borro verso la zona dell’ospedale, mitigando il rischio di allagamento del parcheggio circostante”, ha commentato il Direttore Generale Francesco Lisi.
“Fermo restando il fatto che l’area necessita di una soluzione complessiva che dovrà comprendere anche il rifacimento arginale, abbiamo condiviso con il comune la volontà di utilizzare le risorse disponibili per sistemare la criticità più importante. Studi tecnici alla mano, ci hanno confermato che investire il finanziamento per sistemare solo una porzione dell’argine del Borro avrebbe prodotto risultati meno apprezzabili”, ha spiegato la Presidente Serena Stefani.
“Abbiamo cominciato a lavorare sul rischio idraulico fin dal nostro insediamento allo scopo di mettere in sicurezza il territorio, ma anche per potenziare la capacità di sviluppo e di crescita, in termini urbanistici, del nostro Comune”, ha dichiarato Valentina Vadi, sindaco di San Giovanni Valdarno. “Poiché intervenire sul reticolo idrografico è molto costoso, abbiamo puntato sin da subito sulle progettazioni con cui, poi, reperire finanziamenti regionali e statali, in una collaborazione stretta con la Regione Toscana, il Consorzio di Bonifica e l’autorità di bacino. I risultati, in tre anni, non sono stati pochi – ha aggiunto il sindaco – All’intervento principale sull’Arno, con la realizzazione della massicciata spondale nel tratto compreso tra Ponte Ipazia e Ponte Pertini, sono seguiti l’intervento di contenimento della frana spondale nel tratto di Arno davanti allo Stadio, la progettazione per un intervento analogo tra Ponte Ipazia e la IVV, i contributi per la progettazione su Borro al Quercio dal Dods 2022, i finanziamenti della Protezione Civile Regionale per i lavori che vedono sempre il Consorzio di Bonifica come ente attuatore”. Riguardo a questo ultimo intervento è stata quindi ultimata la progettazione esecutiva ed entro l’estate si aprirà il nuovo cantiere, che renderà le aree limitrofe  all’ospedale più sicure da forti piogge ed esondazioni. “Come Amministrazione comunale – ha proseguito Vadi – stiamo completando, dal canto nostro, le progettazioni sul Borro a Quercio nel suo complesso, sul Vacchereccia, sul tratto dell’Arno compreso tra Ponte Ipazia e l’IVV e nei prossimi giorni cercheremo di avere dalla Regione Toscana il supporto economico-finanziario necessario perché questi interventi si realizzino concretamente. Lavorare sul rischio idraulico e sulla messa in sicurezza idraulica del territorio – ha sottolineato –  è importante per una amministrazione comunale perché significa investire sul futuro, ma non è pensabile di realizzare gli interventi, molto onerosi, con il solo bilancio dell’Ente. Da qui la necessità che la Regione Toscana e il Governo supportino gli enti locali. Ringrazio il Consorzio di Bonifica Alto Valdarno, il presidente, Serena Stefani, il direttore, Francesco Lisi, tutto lo staff di progettazione per l’efficace e produttiva collaborazione che hanno con il Comune di San Giovanni Valdarno”, ha concluso il sindaco Vadi.
Una volta sciolto il dubbio sul piano tecnico, il progetto è stato definito a tempo di record. Adesso è in attesa dell’autorizzazione idraulica e dell’esecuzione delle procedure necessarie per consentire l’intervento che dovrebbe iniziare a prendere forma a fine estate.

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