Cerca
Close this search box.

Legionella. In provincia di Arezzo già 5 contagi negli ultimi mesi. Ma al momento nessun caso in Valdarno

Cinque contagi negli ultimi mesi, con due morti, che hanno alzare l’allarme. In provincia di Arezzo i casi di legionella iniziano a preoccupare e la Asl è scesa in campo per capire cosa sta realmente accadendo. L’ultimo caso si è verificato in una Rsa della Valdichiana aretina, a carico di una signora 90enne con fragilità dovute alla presenza di importanti patologie. La signora è stata ricoverata presso l’ospedale di Cortona – La Fratta, è in condizioni stabili e nei prossimi giorni dovrebbe essere dimessa dall’ospedale. In Valdarno, fino ad ora, non si è registrato alcun caso, ma le antenne sono dritte. La Asl TSE ha ricordato che la legionella è ampiamente diffusa in natura, dove si trova principalmente associata alla presenza di acqua (superfici lacustri e fluviali, sorgenti termali, falde idriche e ambienti umidi in genere).
Da queste sorgenti la legionella può colonizzare gli ambienti idrici artificiali (reti cittadine di distribuzione dell’acqua potabile, impianti idrici dei singoli edifici, impianti di climatizzazione, piscine, fontane) che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana, specialmente per le persone portatrici di fattori di rischio (es. abitudine al fumo, presenza di patologie croniche con e senza immunodeficienza associate, tumori, etilismo cronico).
I gestori delle strutture aperte al pubblico sono quindi chiamati ad adottare misure di contenimento del rischio con interventi preventivi che possano ridurre la presenza e la concentrazione di Legionella, ad effettuare controlli periodici della concentrazione del batterio e, al bisogno, eseguire interventi di sanificazione.
Gli interventi di sanificazione, quindi, sono finalizzati ad attuare un sistema coordinato di interventi che fa leva sulla responsabilità di ciascun soggetto coinvolto nella progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione degli impianti idrici che possono essere a rischio di colonizzazione (sistemi di distribuzione dell’acqua calda e fredda, torri di raffreddamento e condensatori evaporativi, impianti termali, fontane, umidificatori, attrezzature per la respirazione assistita), al fine di tutelare la salute, in particolare delle persone con condizioni predisponenti alla malattia».

Articoli correlati