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Agricoltura sociale in Valdarno. Il bel progetto di Koinè. Coinvolti 5 giovani con disturbi dello spettro autistico e 22 persone svantaggiate

Cinque laboratori di agricoltura sociale rivolti a soggetti svantaggiati. Sono stati attivati in questi anni in Valdarno nell’ambito del programma di sviluppo regionale toscano, grazie alla cooperativa Koinè, in qualità di capofila, a Betadue, alla cooperativa Paterna e alla società agricola Riofi, con l’appoggio dei Comuni di Terranuova Bracciolini, Loro Ciuffenna e Laterina Pergine Valdarno.  Le attività si sono svolte presso l’aia di Ramarella, gestita da Koinè e nell’azienda agricola Paterna. Protagonisti del progetto  5 giovani con disturbi dello spettro autistico e 22 persone svantaggiate, 11 al di sotto dei 40 anni e altrettante al di sopra.
Presentando stamani i risultati del lavoro fatto, la direttrice dei servizi Koinè, Grazia Faltoni, ha sottolineato come l’agricoltura sociale non sia più un’attività marginale, ma stia assumendo un ruolo fondamentale per il raggiungimento di importanti obiettivi. E ne ha citati tre: accrescere il grado di coesione sociale dei territori; favorire la diversificazione dell’attività agricola e la messa in rete di imprese agricole del territorio anche con altri soggetti della società locale; creare nuove attività e servizi capaci di costituirsi come progetti d’impresa per rispondere ai nuovi bisogni sociali e generare opportunità di inclusione lavorativa e sociale di soggetti svantaggiati.

A Paterna ci sono state due edizioni. La prima tra settembre 2020 e aprile 2021 per una durata complessiva di 8 mesi. Le attività hanno previsto due incontri settimanali della durata di 4 ore ciascuno. Le attività sono state di viticoltura e olivicoltura e semi antichi. A Ramarella sono state invece realizzate complessivamente tre attività laboratoriali che hanno interessato l’ortocoltura e i grani antichi. L’ultima, nel periodo tra settembre 2022 e marzo 2023, ha coinvolto soggetti particolarmente fragili con disturbi dello spettro autistico. “Per ciascuna persona presa in carico dal progetto – ha detto Sauro Testi, responsabile del progetto per Koinè – sono state predisposte schede di valutazione, progetti personalizzati e schede di verifica compilate dai tutor del progetto di concerto con gli assistenti sociali di riferimento”.
Lo sviluppo dell’agricoltura sociale è legato alla sua capacità di creare rete sul territorio e di essere presente anche sui nuovi mercati del settore alimentare. Chiave di volta di questo sviluppo è la cooperativa sociale Betadue. “Al centro della nostra offerta ci sono proprio i prodotti del territorio, in prevalenza freschi e con materie prime DOP, IGP e biologiche provenienti dal Valdarno e dalla filiera dell’agricoltura sociale. Sono prodotti che noi portiamo in mense scolastiche, mense di comunità ed esercizi pubblici, coinvolgendo aziende agricole locali e le cooperative sociali di inserimento lavorativo – ha spiegato  Simone Cipolli,  responsabile innovazione di Betadue – La qualità delle derrate utilizzate per la preparazione dei prodotti è alla base della qualità del servizio”.                                      Tre le amministrazioni comunali coinvolte. “Quando non sai come risolvere un problema, osserva come l’ha risolto la natura – ha ricordato il sindaco di Loro Ciuffenna, Moreno Botti – i percorsi di agricoltura sociale avvicinano le persone a sé stesse e le rendono protagoniste, usando lo stesso materiale che la natura usa ogni giorno: la semplicità. Questo progetto ha dimostrato che quando più comunità agiscono e pensano da comunità, ogni diversità diventa “semplicemente” una ricchezza, e la ricchezza si tramuta in economia pulita, che a sua volta genera esempi positivi. La dedica finale va quindi a chi ha reso possibile tutto questo e schi vorrà scriverne il seguito”. “Con questo progetto – ha sottolineato il sindaco di Terranuova Bracciolini, Sergio Chienni – non è stata solo data una possibilità d’impiego ma l’intervento ha il merito di aver offerto un’esperienza di vita, formazione e crescita personale. Per le persone coinvolte è stata l’occasione per esplorare nuove opportunità, vedere i risultati del proprio lavoro ed entusiasmarsi per gli obiettivi raggiunti. Un ringraziamento dunque alle realtà cooperative che hanno lavorato al progetto promuovendo azioni di inclusione sociale e lavorativa, recuperando il valore della dimensione relazionale che l’agricoltura aveva in particolare modo anche in passato”.
“Come in una chiesa cristiana l’altare è il suo centro, in un’azienda agricola, fino a cinquant’anni fa, era l’aia il cuore dell’azienda, il suo luogo più importante, dove si concludeva il lavoro di un anno – ha sottolineato la sindaca di Laterina Pergine, Simona Neri – Questo dell’aia di Ramarella è un percorso che ho visto nascere, l’ho visto evolvere con progetti finalizzati alla salvaguardia della biodiversità, alla diffusione della conoscenza del territorio, all’accoglienza dei bambini, alla creazione di reti alimentari sempre più complesse. Tramandare, trasferire, consegnare: come nella perfetta tradizione contadina”. Neri ha ricordato come Ramarella sia un luogo di recupero di tradizioni, di mansioni, di semi antichi da trasportare nel tempo e conservare, recuperare con nuove scommesse e mezzi. “L’insieme di queste esperienze – ha concluso Grazia Faltoni – testimonia la stretta relazione tra i percorsi di agricoltura sociale e quelli per contrastare la marginalizzazione delle aree interne, montane e rurali della regione e del nostro territorio. Il percorso evidenzia che è possibile combattere la logica delle economie di scala e della concentrazione delle risorse nei grandi centri, favorendo invece un’innovazione dei modelli di servizio capace di rispondere ai bisogni delle persone”.

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