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Castelfranco in lutto per la scomparsa della storica maestra Benedetti

di Franco Giunti

A Castelfranco di Sopra è scomparsa all’età di 100 anni la maestra Benedetti. Tutti la conoscevano così, anche se il suo vero nome era Enrica Perodi nei Benedetti. Sposata, madre di un figlio e nonna, l’insegnante ha svolto gran parte della sua attività didattica, quando era la sola in classe, nell’antico paese dell’altopiano valdarnese, con estrema passione, trasmettendo ai suoi studenti interesse per le varie materie. La maestra Benedetti inoltre riusciva ad interagire con loro anche su altri fronti e temi di carattere sociale e ambientale. Essa sapeva comprendere i problemi dei giovani, aveva competenze relazionali e riusciva a comunicare ma anche ad ascoltare. Una persona che numerosi cittadini di Castelfranco di Sopra non potranno mai dimenticare.
Durante la cerimonia funebre, svoltasi venerdì 24 marzo nella chiesa di San Tommaso, mons. Giancarlo Brilli, già parroco di Castelfranco di Sopra che conosceva bene la defunta, fra l’altro ha detto: “Dobbiamo sentire stima e gratitudine per quello che Enrica è stata. Per la sua famiglia, come moglie, madre e nonna e per la comunità in cui è vissuta, svolgendo la professione di maestra. Essa ha davvero rappresentato un significativo punto di riferimento morale e culturale. Si è sentita ed è vissuta da maestra fino in fondo e in senso pieno, spendendo tutte le sue energie intellettuali e umane. E’ stata maestra di cultura ma anche di vita, comunicando il sapere nel senso più bello e impegnativo”.
“Siamo qui – ha soggiunto mons. Brilli – per vivere nella fede il mistero della morte. La fede ci dà la possibilità di considerare la morte come un passaggio, per l’incontro con quel Dio nel quale Enrica ha creduto e sperato. E’ bello sapere che essa vive in Dio e si è consegnata a lui con quel bagaglio di opere buone di cui abbiamo fatto menzione, per cui in Dio ha raggiunto la beatitudine definitiva, che non le sarà mai tolta. Infine la maestra Benedetti ci ricorda che la vita è un dono e una responsabilità di cui anche noi dovremo rendere conto: a Dio per il giudizio definitivo, agli altri, nel mondo in cui viviamo per costruire la nostra e l’altrui salvezza”.

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