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Alberto Malatesta, il giovane valdarnese che ha sfilato alla fashion week di Milano

Alberto Malatesta, vent’anni, abita a Cavriglia e studia chimica all’università degli studi di Firenze. Lavora come modello nel mondo della moda, ha sfilato per vari marchi tra cui Dsquared alla fashion Week di Milano. In questa intervista ci ha raccontato come funziona questo mondo, la sua esperienza e le sue prospettive; rimanendo sempre coi piedi per terra e sapendo benissimo ciò che vuole.

Come sei entrato nel mondo della moda?

Ho iniziato facendo dei semplicissimi lavori per un fotografo del Valdarno, un amico di mio fratello che mi aveva notato ad una partita di basket e che nei giorni successivi mi ha contattato. Si occupava di gestire la parte social di Emanuele Bicocchi, un azienda valdarnese di gioielli. Abbiamo fatto degli shooting e ho iniziato da lì, ho avuto la fortuna che queste foto sono state viste e poco dopo sono stato contattato da uno scout di Roma. Mi ha chiesto se volevo provare questa esperienza. Ero molto titubante inizialmente, ma poi tramite un amico di mio fratello di Pistoia conosciuto nell’ambiente sono entrato in contatto con un agenzia di Milano che mi ha preso con loro.

A livello pratico in cosa consiste il lavoro da modello?

É un lavoro che richiede molto tempo, abitando in Valdarno c’è da spostarsi spesso a Firenze e soprattutto Milano. Il lavoro in se si divide in tre mansioni, il classico shooting che si fa per un brand e che equivale ad un servizio fotografico; il fitting, in cui il brand prova i suoi capi su di te prima che vadano in produzione perché ritiene che le tue misure siano giuste per loro e infine le sfilate, che rappresentano la maggiore aspirazione per il modello, richiedono molto meno tempo ma allo stesso tempo ti danno molta più visibilità. Il profilo Instagram è molto importante, svolge il ruolo del biglietto da visita, è bene averlo curato, io lo uso principalmente per postare le serate con gli amici.

Quali caratteristiche fisiche servono per essere notati?

Innanzi tutto l’altezza e poi, non tanto la bellezza, ma le particolarità che distinguono una persona da tutte le altre, questo in particolare per le donne. Nel mio caso sono rimasti colpiti dai miei capelli, dagli occhi e dalla magrezza. Per gli uomini l’altezza ideale va da 1,85 a 1,89. Le ragazze solitamente sono magre e alte almeno 1,75. Queste misure variano e sono sempre aggiornate, per l’uomo sono meno fiscali.

Hai sfilato alla fashion week di Milano, com’è stato rappresentare la moda “in diretta”?

Terminata la fashion week ero felicissimo; rappresenta il massimo della moda italiana. Quando mi ha chiamato Andrè, il mio agente, avevo fatto il casting per Dsquared e stavo tornando a casa in treno da Milano. Ero speranzoso che qualcuno mi chiamasse. Arrivato a Bologna mi squilla il telefono, era Andrè: “Alberto domattina devi tornare a Milano – pensavo ci fosse da fare un altro casting – domani a mezzogiorno c’è il fitting” ovvero provare i vestiti per la sfilata. Ero l’unico senza Book ma mi hanno preso subito. Mentre ti trovi sulla passerella sei come in una bolla, devi essere molto serio e concentrato, prima di entrare sei nel back stage e la prova si svolge senza pubblico, non ti viene detto chi c’è e chi non c’è e quando ho sfilato per la fashion week a Milano ho saputo che c’era Ibrahimovic perché l’ho incontrato in bagno.

Hai mai pensato di dedicarti solo alla moda?

Andando all’università lavoro molto meno di quello che potrei, se mi dedicassi solo alla moda riuscirei ad avere una indipendenza economica senza problemi, ma io sto bene a casa, con la mia famiglia con i miei amici e mi piace la vita che faccio adesso. Fin dall’inizio ho messo le cose in chiaro con l’agenzia, perché prima della moda per me viene altro, la famiglia, lo studio, lo sport, gli amici. Mi piace rimanere con i piedi per terra, anche in previsione del futuro, non voglio essere pessimista, ma nella moda a 26/27 anni, a meno che tu non sia diventato un simbolo, vai fuori mercato. Non è cio che voglio fare per il resto della vita.

Il mondo della moda è competitivo? 

É un mondo molto competitivo, succede che i modelli facciano a gara per stare in prima fila nelle foto per avere più visibilità. Il rapporto tra modelli generalmente non è bello, sembra una gara; per quanto mi riguarda, invece, in questo ambiente ho stretto molte amicizie importanti e di questo sono felice. Questo aspetto della moda non mi hai mai toccato, non mi interessa arrivare prima, io mi diverto e mi viene quasi da ridere nel vedere chi si comporta in maniera eccessivamente competitiva.

Com’è il rapporto con l’agenzia?

Ho avuto la fortuna di entrare in contatto con l’agenzia Interconnection Models e quindi con Andrè, il mio agente, che in molti casi mi ha fatto da “babbo della situazione”, consigliandomi quali lavori accettare e accompagnandomi nei vari posti. Con lui ho un bellissimo rapporto. A Milano ci sono anche agenzie che gestiscono molti modelli e in cui i rapporti sono più freddi, dipende da dove capiti ma soprattutto dalle persone che incontri.

Un consiglio a chi si vuole approcciare a questo mondo?

Consiglio di tenere gli occhi aperti, soprattutto all’inizio, alcune agenzie chiedono soldi ai modelli per fare il book e teoricamente per essere seguiti, ma succede che vengano parcheggiati senza essere mai presentati ai clienti. E’ importante iniziare senza spendere soldi perché esistono le fregature e perché deve essere l’agenzia ad investire su di te. Ci vuole cervello, ma non bisogna stare troppo dietro alle chiacchiere che ci sono su questo mondo. Lo consigli? Con gli occhi aperti, ma se arriva l’occasione va sfruttata. 

 

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