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1 maggio con i lavoratori della Fimer. “E’ una vertenza simbolo di tutto il territorio e non ci piegheremo”

Lavoratori, sindacati, istituzioni. E’ stato un 1 maggio nel segno dei lavoratori della Fimer quello celebrato in provincia di Arezzo, con una manifestazione che, causa pioggia, si è svolta all’interno della sala consiliare del comune di Terranuova Bracciolini. Del resto, come è stato ricordato da più parti, questa è una vertenza simbolo per tutto il territorio aretino ed era quindi fondamentale dimostrare vicinanza concreta a chi sta vivendo una fase drammatica della propria vita professionale. In Valdarno, quest’oggi, si sono quindi ritrovati le organizzazioni sindacali, la Regione Toscana, con il consigliere del presidente Giani per le crisi aziendali Valerio Fabiani, i comuni della vallata e ovviamente loro, i lavoratori, che aspettano il 3 maggio, altra data cerchiata in rosso di questa vertenza che dura ormai da un anno e mezzo. “Noi non ci piegheremo e faremo di tutto per salvare l’azienda”, è stato detto nella sala del consiglio comunale, gremita all’inverosimile.
Durissimo l’intervento di Valerio Fabiani. “Il tempo è scaduto – ha detto – L’azionista, il Cda e comunque chi è preposto ad agire deve fare una scelta. Sappiamo che sul tavolo c’è un’offerta e deve essere trovata un’intesa. Altrimenti si va verso il disastro. Ma bisogna essere chiari – ha aggiunto – sarebbe un disastro che ha un nome e un cognome, che è quello della famiglia Carzaniga, che a questo punto si dovrà prendere tutte le responsabilità. Si rischia di mettere in ginocchio un’azienda che ha prospettive e che è un simbolo di innovazione e competitività. Penso che noi non dovremo consentirlo”.

“La festa del lavoro è stata costruita sul sangue dei lavoratori – ha spiegato il segretario provinciale della Cgil Alessandro Tracchi – Non a caso oggi siamo qui, a fianco di queste persone. Lotteremo fino all’ultimo istante per difendere la loro dignità e la loro professionalità, Non si meritano quello che stanno vivendo. Qui c’è voglia di lavorare, ci sono competenze, c’è un mercato e un portafoglio ordini importante. Chi doveva governare l’impresa non è stato in grado di farlo. Ma noi non ci piegheremo”.

“Siamo rammaricati per un fatto – ha aggiunto Ilaria Paoletti della Fim Cisl – Sia come sindacati che come istituzioni, ormai da tre anni, chiediamo che questa vertenza abbia la risonanza che merita, perchè ci aspettavamo che potessimo arrivare a questo punto. Anche il Tribunale ha preso una posizione forte. A questo punto, stante la situazione attuale di liquidità, se c’è l’offerta di un fondo, il cui nome è ormai noto a tutti, va accettato senza indugi. Speriamo davvero che questi giorni che ci separano al 3 maggio servano alla proprietà e al soggetto interessato a portare avanti in maniera decisa la trattativa, per poi arrivare all’epilogo che tutti ci auguriamo. Scenari diversi potrebbero essere drammatici.

“Ci sono tantissimi lavoratori che con grande dignità e determinazione stanno rappresentando quelli che sono i loro sacrosanti diritti – ha aggiunto il sindaco di Terranuova Sergio Chienni – Sono maestranze capaci che hanno sempre alimentato la vita industriale del nostro territorio. E basta vedere la loro presenza oggi. Tra l’altro forte, anche in questo 1 maggio, è la rappresentanza delle istituzioni, a partire dalla Regione Toscana e da tutti i comuni del Valdarno Aretino. Insieme ai sindacati e alle istituzioni andiamo verso un’unica direttrice: quest’azienda va salvata. Noi stiamo sensibilizzando tutti i soggetti che hanno competenza per arrivare alla fine di una trattativa che salverebbe 280 posti di lavoro più l’indotto”.

“L’auspicio è che l’offerta dell’unico fondo ad ora rimasto sia ancora valida – ha detto Davide Materazzi della Uil Uilm – Se non sarà accettata il Tribunale decreterà il fallimento, perché non c’è più una prospettiva di continuità. Tra l’altro, a tutto ciò, si è aggiunto anche un problema impellente che è il mancato pagamento degli stipendi, oltre agli insoluti nei confronti delle aziende dell’indotto”. Ci sono altri acquirenti? “Noi, ufficialmente, non ne sappiamo nulla – ha risposto Materazzi – Sappiamo invece che si sono molti avvoltoi che aspettano che la Fimer salti per prendere successivamente alcune eccellenze e non tutta l’attività. Già negli anni scorsi abbiamo evitato che questo accadesse”.

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