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Le terre della Tav di nuovo a Santa Barbara

A giugno dovrebbero riprendere i viaggi delle terre della Tav di Firenze verso Cavriglia. Usare il condizionale è ancora opportuno, ma stavolta sembra che, concluso l’aggiornamento tecnologico della fresa incaricata di scavare il tunnel, i lavori possano ripartire con celerità. «Se tutto procederà in base al cronoprogramma previsto – spiega il sindaco Leonardo Degl’Innocenti o Sanni – i vagoni con i materiali di scavo della stazione Belfiore potrebbero arrivare già nel prossimo mese e con la stessa frequenza dei convogli precedenti, escludendo quindi le fasce orarie mattutine e pomeridiane utilizzate in prevalenza da studenti e lavoratori pendolari. Ovvero tra le 7 e le 9 del mattino, tra le 12 e le 14 e tra le 17 e le 19». Gli inerti del sottoattraversamento lungo 6 chilometri e 300 metri che collegherà le stazioni fiorentine di Campo Marte e Rifredi invece non sembrano destinati a raggiungere l’area mineraria di Santa Barbara prima di settembre quando i carichi con le risultanze degli scavi della talpa Monna Lisa si potrebbero sovrapporre. Una volta a destinazione le terre saranno impiegate per realizzare una collina schermo che separerà le zone degli insediamenti industriali da quelle a vocazione naturalistica non prima di essere analizzate per stabilire che rientrino nei parametri idonei per essere usate in agricoltura, da sempre condizione definita irrinunciabile dagli amministratori cavrigliesi per i progetti di ripristino del territorio.
Intanto lunedì 15 maggio è stata annunciata l’inaugurazione del «revamping» dell’imponente macchinario che porta il nome della musa ispiratrice di Leonardo Da Vinci. Per l’occasione è atteso nel capoluogo di regione il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che ha affermato di voler presentare il progetto del passante dell’Alta Velocità durante la cerimonia organizzata dalla Rete Ferroviaria Italiana e alla quale interverrà il governatore toscano Eugenio Giani. Non è escluso che tra gli invitati figurino i sindaci di Cavriglia, San Giovanni e Figline e Incisa Valdarno, i Comuni valdarnesi che grazie alla convenzione attuativa firmata con Rfi nel 2021 si sono visti riconoscere 21,5 milioni di euro come forma di ristoro per i disagi sostenuti a causa del passaggio dei treni con i materiali delle escavazioni. Soldi che verranno impiegati per interventi strategici sulla viabilità del fondovalle.

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