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Chiassai Martini sull’ospedale della Gruccia: “Neurologia e psichiatria saranno depotenziati”

Questa mattina il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini ha illustrato un documento condiviso con Cisl, Uil e Nursind Arezzo e il Comitato OSS 2021 che sarà inviato al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani per chiedere spiegazioni su una serie di criticità della sanità toscana. In primis quella del personale. “Attendiamo risposte certe in virtù anche degli aiuti arrivati adesso dal Governo rispetto alle problematiche più urgenti legate alle assunzioni di medici, infermieri ed Oss a tempo indeterminato, soprattutto nelle strutture di emergenza- urgenza, visto che per la prima volta si assiste ad una mobilitazione di tutte le categorie lavorative della sanità. Ciò significa che siamo ad un punto di non ritorno a cui la politica in maniera chiara e netta deve dare riposta – ha detto Chiassai, presente in Palazzo del Podestà insieme ad Anna Cavalli, rappresentante del comitato OSS 2021 – La Regione deve dire se c’è la volontà  di difendere e programmare seriamente la sanità pubblica toscana nei prossimi anni oppure se intende continuare con il depotenziamento costante dei nostri ospedali e dei nostri servizi. Il sindaco ha poi affrontato il tema legato all’ospedale della Gruccia. “Con la chiusura del Serristori, che è inspiegabile, ci sono 140 accessi al giorno al Pronto Soccorso. Numeri insostenibili. Si vanno poi a togliere i posti letto alla neurologia e sembra che dal 1 giugno il reparto venga ridotto a servizio di day hospital. La psichiatria, inoltre, sarà probabilmente depotenziata. Insomma – ha aggiunto il sindaco – Non c’è la volontà di potenziare questo ospedale”.

Ecco il testo della lettera scritta Eugenio Giani

“A distanza di sette anni dalla scelta politica di costituire tre mega Asl con la legge 28/2015, si registra un aumento del buco di bilancio, un significativo peggioramento dei servizi, un aumento dei tempi delle liste di attesa e risposte che non garantiscono cure in tempi adeguati, costringendo i cittadini al ricorso al sanitario privato convenzionato.
Carenza di personale, risorse insufficienti e mal spese, criticità croniche nei servizi erogati e un progressivo depotenziamento degli ospedali, hanno condotto la sanità toscana verso una crisi senza precedenti che temiamo stia portando inesorabilmente a un punto di non ritorno.
L’ immobilismo di fronte ad una situazione che non è più sostenibile, né da parte dei sanitari, né dei cittadini, sta trasformando il diritto costituzionale e universale alla “tutela della salute” in un privilegio per pochi che lascia indietro le persone più fragili e svantaggiate.
Dopo aver chiamato “eroi”, medici, infermieri e operatori sanitari che hanno sorretto l’Italia dall’urto della pandemia, non c’è stata una conseguente azione politica seria, né nazionale, né regionale, che abbia rimesso al centro dell’agenda la sanità pubblica, l’efficacia e l’efficienza dei servizi ospedalieri e territoriali affinché si lavorasse per risolvere le gravi criticità fatte emergere proprio dal Covid.
Assistiamo ormai da troppi anni, ad un’assenza di visione e di strategia politica, ad una gestione ordinaria che affronta solo i problemi contingenti, tagliando personale e servizi.
Dopo le recenti dichiarazioni in cui il Presidente Giani denunciava la grave difficoltà della sanità toscana e l’attesa delle risposte da parte del Governo agli aiuti richiesti dalle regioni, gli Amministratori, come responsabili della salute, il personale sanitario, i sindacati e i cittadini, si aspettano risposte chiare.

Elenchiamo sinteticamente di seguito, le iniziative del Governo alle criticità urgenti denunciate dalle Regioni:

– Il Governo si è fatto carico di una parte dei costi del payback, stanziando oltre 1 miliardo di euro per limitare l’impatto dei 2,2 miliardi previsti a carico delle imprese. La Toscana potrà contare su 206 milioni di euro da utilizzare per gli equilibri di bilancio dell’anno 2022, riuscendo speriamo, ad evitare il commissariamento.

– Sono state introdotte misure per il personale dei servizi di emergenza urgenza prevedendo un aumento dell’indennità specifica per medici e infermieri, un incremento della tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive e l’anticipo al 1 giugno 2023 dell’indennità per chi lavora in pronto soccorso.

– E’ stato fortemente limitato l’utilizzo dei medici “a gettone” per tutelare le competenze.

– Stabilizzazione per gli specializzandi che possono assumere su base volontaria incarichi presso i servizi di emergenza-urgenza per effettuare ore aggiuntive retribuite, a quelle della specializzazione.

– Sarà possibile la stabilizzazione dei medici stranieri provenienti da Paesi extra UE.

– Istituite pene più severe per chi aggredisce il personale sanitario ed è previsto l’arrivo di poliziotti in 200 strutture ospedaliere.

Alla luce della manovra illustrata dal Ministro Schillaci, chiediamo al Presidente Giani di dirci, quali azioni intende attuare sia per le necessità contingenti che per quelle che richiedono pianificazione e programmazione:

  1. Quali soluzioni si stanno cercando per affrontare il deficit di bilancio di 500 milioni di euro della sanità regionale accumulato negli anni, che porta con sé ancora il buco della Asl di Massa, mai ripianato e con il rischio oggi di un commissariamento e di drammatiche ripercussioni sui servizi e sulle tasse dei cittadini?
  2. Come intende risolvere la carenza di personale, soprattutto in emergenza urgenza, di oltre 700 medici e 1200 tra infermieri ed Oss, condizionata anche dal fenomeno dell’abbandono della sanità pubblica da parte di professionisti insoddisfatti che sempre più scelgono di esercitare nel privato?
  3. Quale futuro attende i 2500 Oss risultati idonei al Concorso Estar indetto con somma urgenza nel 2021 e che ha visto l’assunzione di solo il 10% decidendo di bloccare la graduatoria per l’assenza di risorse da impiegare nell’assunzione di personale anche se si registra una grave carenza?
  4. La Regione toscana intende veramente affrontare queste carenze facendo ricorso al personale a tempo determinato? Una scelta, che se confermata, porterebbe ad un abbassamento della qualità dei servizi erogati e ad una crescente  insoddisfazione e preoccupazione nei dipendenti.
  5. Quale sarà la missione delle nuove Case di Comunità, una delle sfide più importanti dei prossimi anni, quali sono i servizi che la Regione intende inserire e quale personale sarà impiegato visto che al momento ha previsto il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato?

Non possiamo permetterci la realizzazione di “scatole vuole” prive di servizi in rete, dev’essere prevista un’integrazione con le strutture e i presidi già esistenti. Riteniamo indispensabile prevedere la presenza di Pronto Soccorsi con attività h24 per i codici minori, medici e infermieri 7 giorni su 7, prestazioni ambulatoriali adeguate e una nuova definizione del ruolo dei medici di Medicina Generale.

Se la sanità toscana vuole tornare a primeggiare serve un deciso cambio di passo immediato, verso la valorizzazione del capitale umano, di quelle eccellenze ancora in essere che non possiamo permetterci di perdere, l’ottimizzazione delle risorse, la revisione totale dell’impianto dirigenziale, il ricorso alla meritocrazia, il ripensamento della territorialità, coinvolgendo anche il terzo settore, il quale deve essere integrato e valorizzato, anziché “sopportato” per ragioni di mera necessità.

Crediamo sia giunto il momento di ripensare ad un modello rivelatosi fallimentare, tornando invece ad una gestione provinciale della sanità, più attenta al territorio, con responsabilità  di risultato e di bilancio in capo alle singole Asl ed una sanità territoriale che compensi e migliori la funzione svolta dall’ospedale.

Il tempo per la nostra sanità toscana è scaduto, non si può più pensare di intervenire sull’ordinario, serve una visione chiara del modello di sanità che vogliamo lasciare in eredità ai nostri figli.

Questo richiede un vero Patto Politico che, prescindendo da ideologie partitiche e avvicendamenti di Governi, riconosca nel SSN un pilastro della nostra democrazia e una conquista sociale irrinunciabile, una nuova politica che riporti la nostra sanità a garantire i livelli essenziali ai cittadini in tutti i territori, anche nelle zone classificate come “periferiche o marginali”

Questo noi chiediamo al Governo della Regione, risposte certe a criticità che si trascinano irrisolte da anni, perché il tempo dei silenzi per la nostra sanità è ormai scaduto”.

Questo documento è la sintesi condivisa dell’incontro che si è tenuto a Montevarchi in data 7 aprile 2023, in occasione della Giornata Mondiale della Salute, promosso dal Sindaco Silvia Chiassai Martini e con l’adesione della rappresentanze sindacali della provincia di Arezzo di FP Cisl, FP Uil, Nursind Arezzo e “Comitato Oss 2021” per fare il punto sulla condizione della sanità regionale nell’unico interesse di portare un contributo fattivo alla difesa della sanità pubblica e delle sue professionalità. 

 

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