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Ricordando Don Lorenzo Milani…

Si celebrano oggi i 100 anni dalla nascita di Don Lorenzo Milani, il prete fiorentino scomodo alla chiesa ufficiale del tempo, che…non ci pensò due volte a “confinarlo” sulle pendici mugellane del monte Giovo a Barbiana, dove è atteso oggi il Presidente Mattarella insieme alle più alte istituzioni laiche e religiose. Ma proprio in questo posto semi sperduto, Don Lorenzo perfezionò la sua scuola popolare già avviata precedentemente a Calenzano. Trattò con veemenza e coraggio temi all’epoca scomodissimi, quelli della celebre “Lettera ad una professoressa” dove parla di insegnamento e di scuola, oppure quelli legati all’obiezione di coscienza ed al ruolo dei cappellani militari incompatibili con la vera missione cristiana.
“L’obbedienza non è più una virtù”, la più celebre frase di Don Milani, scomparso a Barbiana a soli 40 anni ma in grado di segnare un passaggio importante nella cultura. Nel corso degli anni il pensiero del sacerdote fiorentino ha trovato seguaci e sostenitori soprattutto da parte di una certa area politica. Per certi versi un appropriazione indebita, se pensiamo a lui come un credente sempre innamorato della chiesa seppur profondamente ferito nel proprio animo. Nella “lettera”, per esempio, rivendicava con forza la scuola confessionale ed anche l insegnamento stesso del vangelo.
Quando “esperienze pastorali” venne proibita dal Sant’Uffizio disse che non si sarebbe ribellato perche la chiesa era tutto sommato l’unica via di uscita per il perdono È chiaro insomma come di una figura così complessa e innovativa non si possa dare oggi una lettura semplicistica o riduttiva, così come leggendo e ricordando la figura di Don Lorenzo non possiamo non rimettere indietro la macchina del tempo di 60 e più anni.
Voglio infine ricordare qui un grande studioso valdarnese di Don Milani, il giornalista ed amico Mario Lancisi che alla figura del prete fiorentino ha dedicato studi ed opere importanti e sotto certi aspetti fondamentali. Un suo bell’articolo è uscito questa mattina sul Corriere della Sera.

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