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Comunità energetica: “La Corte dei Conti vuole chiarezza”. L’annuncio di Avanti Montevarchi

La Cer Valdarno non convince la Corte dei Conti della Toscana che ha espresso parere parzialmente negativo sulla decisione del Comune di Montevarchi di costituire una comunità energetica in forma di società. A darne notizia il coordinamento cittadino di Avanti Montevarchi che ricorda come le perplessità messe nero su bianco dal Collegio dell’organo di controllo siano arrivate al termine di un’istruttoria «che si è articolata con varie richieste di chiarimenti ai quali, secondo diversi passaggi della deliberazione, l’amministrazione comunale non ha fornito risposte adeguate e convincenti sulle scelte fatte». In particolare a finire nel mirino dei rilievi della magistratura contabile il project financing proposto e approvato di recente e al centro di una serie di presentazioni e interventi sui media locali promossi dai vertici di Palazzo Varchi. Pomo della discordia, stando al gruppo di minoranza consiliare guidato da Fabio Camiciottoli, non la formula del project, sul quale la Corte dichiara di non avere competenza, ma la costituzione di una società da parte del municipio con quella creata dai promotori del project stesso, nello specifico una finanziaria e un operatore del settore delle telecomunicazioni. Da qui la richiesta di chiarezza indirizzata all’ente diretto da Silvia Chiassai Martini dalla Sezione regionale di controllo che pur ritenendo meritevoli le finalità delle comunità energetiche non le considera «sufficienti di per sé a suffragare le ragioni fondanti la costituzione della società in esame». Insomma non si contesta la valenza dell’iniziativa sotto il profilo della convenienza economica, ma si obietta sull’opportunità di raggiungere il fine ricorrendo «ad un modulo organizzativo di tipo societario», sollevando dubbi di coerenza della nuova realtà consortile a responsabilità limitata tra le clausole statutarie pattuite e le regole ordinarie di questa tipologia di società. Puntualizzazioni, afferma l’opposizione, che «danno ragione a quanto avevamo sostenuto nei dibattiti dei Consigli comunali sia relativo al progetto sia per gli atti deliberati costitutivi della società sotto istruttoria. Assemblee durante le quali una maggioranza, che sospettiamo avesse scarsa o nulla conoscenza di quello che andava votando, usava verso chi poneva riflessioni e problemi, parole sprezzanti e liquidatorie. Non che la cosa ci avesse stupito più di tanto. Fin dagli esordi delle amministrazioni Chiassai Martini – è il commento – l’atteggiamento verso le minoranze elette dai cittadini, è stato lo stesso».

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