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Roberto Vecchioni in concerto a Cavriglia

Da “Luci a San Siro” a “Samarcanda”, un elenco infinito di canzoni che hanno fatto di Roberto Vecchioni uno degli artisti più amati e apprezzati nella scena italiana. E il cantautore milanese sarà in concerto a Cavriglia, il 3 agosto prossimo, in occasione delle Feste del Perdono 2023 e del Festival Orientoccidente 2023. L’evento è stato organizzato da “Materiali Sonori” assieme al Comitato dei Festeggiamenti del Perdono di Cavriglia e con il patrocinio ed il contributo del Comune e di Enel S.p.a, main sponsor. Vecchioni si esibirà alle 21 in piazza Berlinguer. L’artista è un concentrato di canzoni e cultura. Ha insegnato per 40 anni latino e greco ai ragazzi del liceo, e vuole continuare a insegnare la Bellezza (con la B maiuscola) e l’amore per la vita, tra monologhi, canzoni e aneddoti. Sul palco, insieme a lui, ci saranno Roberto Gualdi alla batteria, Antonio Petruzzelli al basso, Max Elli a tastiere, pianoforte e chitarre e l’inseparabile Massimo Germini alla chitarra acustica. La scelta di dedicare una serata all’interno delle Feste del Perdono ad un artista del calibro di Vecchioni non è, ovviamente, casuale, ma è stata fortemente ponderata e voluta per coinvolgere un pubblico variegato ed ampio, capace di apprezzare non solo la musica, ma anche le parole ed il loro significato.

La carriera di Vecchioni inizia come autore di testi in collaborazione con l’amico musicista Andrea Lo Vecchio e prosegue scrivendo canzoni per i grandi nomi della musica degli anni ’60/’70. Il suo primo album dal titolo “Parabola” viene inciso nel 1971 e contiene una delle sue canzoni più famose, ovvero “Luci a San Siro”. Gli anni successivi sono un susseguirsi di lavori poliedrici e aventi come leit motiv la nostalgia per il passato, il tema del doppio, l’uso della storia come metafora del presente (emblematica è, a questo proposito, La battaglia di Maratona incisa nel 1968 da Lo Vecchio), con influenze del lavoro letterario di Borges. Ma Vecchioni non è solo un cantautore, ma anche uno scrittore e, soprattutto, un professore che mai ha voluto lasciare la sua attività con i giovani.

 

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