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I lavoratori Fimer. “Lotteremo fino a quando l’azienda non tornerà in mano nostra”

“Ci stiamo organizzando per continuare a vivere”. Dalida è una delle dipendenti della Fimer di Terranuova. Insieme a colleghe e colleghi con i quali ha condiviso e condivide una parte della propria vita, ha deciso di occupare lo stabilimento. Un’assemblea permanente con turni H24 partita giovedì sera, e così sarà fino a quando non arriveranno novità positive per il futuro della fabbrica, che dà lavoro a 280 persone. Ieri, Festa della Repubblica, il gruppo di persone che era all’interno di Fimer aveva poca voglia di festeggiare. Ma di lottare si. “Ci siamo organizzati molto bene racconta Emanuela, un’altra lavoratrice – Copriamo le 24 ore con turni di sei ore e un numero di personale sempre fisso. Non esce e soprattutto non entra nessuno. Dormire? E chi dorme? Abbiamo famiglie, chi non l’ha deve far fronte a mutui e c’è chi ha anche situazioni personali. Credo che questo non sia il tempo per dormire, ma per lottare”. “Il nostro stato d’animo, dopo giovedì scorso, è andato sotto i piedi – continua Dalida – ma siamo un bel gruppo e molto legati. Abbiamo intenzione di ritirare su questa fabbrica come era. Siamo fortunati perché c’è un bellissimo rapporto sia a livello sindacale che istituzionale e questo ci aiuta. Come ci aspettiamo? Che qualcuno creda in noi. Credere in noi significa andare avanti, se lo meritano i lavoratori e il territorio”. “L’assemblea è permanente – ha precisato Emanuela – Ci è stata data la massima disponibilità da parte di tutti i colleghi, indistintamente dalle mansioni che ricoprono all’interno dell’azienda. Il gruppo è molto unito e nessuno potrà disunirci. Noi siamo qui e rimarremo qui fino a quando Fimer non tornerà a noi. Io ci lavoro dal 1987 e quindi ho assistito a tanti passaggi”. Emanuela ha quindi vissuto il periodo d’oro dell’ingegner Canova, ex amministratore delegato della Plesssey per 20 anni, dal 1973 al 1993, poi managing director della Magnetek dal 1994 al 2006, quando l’azienda fu venduta ad un’altra multinazionale Usa, la Power One, poi diventata Abb e successivamente Fimer. “Tornerei volentieri indietro – dice con nostalgia Emanuela, che poi chiarisce gli obiettivi – Questa azienda deve assolutamente tornare in mano ai lavoratori”.

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