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Gioco d’azzardo. I valdarnesi spendono oltre 20 milioni di euro l’anno

Nel 2021 i valdarnesi hanno speso, per il gioco d’azzardo, oltre 20 milioni di euro. Numeri emersi nei giorni scorsi al Museo del Cassero di Montevarchi, nel corso di una iniziativa organizzata dal SerD Valdarno – Usl Toscana Sud Est in collaborazione con Anci Federsanità, Libera e tante associazioni del terzo settore. A fare la parte del leone, i montevarchini, che hanno tirato fuori quasi 7 milioni di euro. Ma se guardiamo la spesa pro capite, al primo posto in questa speciale classifica figurano i sangiovannesi, con 2.436 euro e un totale complessivo di 5,2 milioni di euro. A Montevarchi, la spesa pro capite si “ferma” invece a 1.725 euro. Anche a Terranuova i numeri sono importanti (2,3 milioni, 1,372 a testa). Seguono Castelfranco Piandiscò (1,686 milioni di spesa totale, 1.198 pro capite) e Laterina Pergine (1.679 milioni, 1.192 per ciascuno). Sotto il milione di euro Bucine (949 milioni), Cavriglia (796 milioni) e Loro Ciuffenna (688 milioni). Se analizziamo la somma di totale giocato nel 2021, in Valdarno Aretino siamo a quota 123 milioni di euro, più della metà dei quali a Montevarchi (34,892 milioni) e San Giovanni (34,686). E le vincite? A Montevarchi la Dea Bendata si è presentata più volte, per un ammontare di 27,780 milioni di euro. Ancora più fortunati i sangiovannesi (29,338 milioni). In totale, nella vallata, la somma totale vinta è stata superiore ai 100 milioni di euro. Di tutto questo ben di Dio ha beneficiato anche l’erario, che si è portato a casa complessivamente 10,5 milioni di euro. A Montevarchi sono stati versati a fini della tassazione 3,4 milioni, a San Giovanni 2,887 e a Bucine 1,235 milioni di euro. Simona Neri, ex sindaco di Laterina Pergine e responsabile del progetto contro le Ludopatie di Anci Toscana, si è detta amareggiata per la notizia uscita alcuni giorni fa. La Commissione Finanze della Camera dei Deputati ha infatti dato il via libera all’emendamento che modifica un articolo della legge di bilancio 2020. Riguarda la disciplina dell’utilizzo e dell’analisi dei dati registrati e trasmessi dagli apparecchi da intrattenimento. “Da ora in avanti questi dati non saranno più in nostro possesso – ha detto Neri – Sono numeri fondamentali per le istituzioni sanitarie e locali: capire come si gioca, quanto si gioca, a cosa giocano i giovani, è fondamentale per elaborare politiche di contrasto specifiche ed efficaci”. Simona Neri ha poi “denunciato” il tentativo di sbloccare i divieti di pubblicità e le proposte di compartecipazione al gettito erariale anche da parte di Regioni ed Enti Locali. “Sono tanti anni che ormai mi occupo di questo tema, non ho mai assistito ad una presa di coscienza vera del Governo su questa problematica sociale e sanitaria e soprattutto alla volontà di regolamentare con una legge quadro la materia – ha spiegato – Una quantità inimmaginabile di risorse che entrano nelle casse dello Stato ma anche delle associazioni criminali, che va di pari passo all’impoverimento culturale delle nostre comunità”.

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